Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Fin’amor – Forbidding Mourning

Un primo passo più che positivo, per il prossimo si auspica essenzialmente un graduale distacco dai propri modelli stilistici.

Fin’amor – Forbidding Mourning

A tre anni dal singolo Memories Of Flesh, gli statunitensi Fin’amor si presentano sulla scena death doom con questo full length d’esordio intitolato Forbidding Mourning.

Al contrario di quanto accade di solito alle band d’oltreoceano, che spesso prendono spunto da quella che è la loro migliore espressione nel settore, ovvero i Daylight Dies, il gruppo newyorchese volge il proprio sguardo verso la vecchia Europa, nello specifico in Finlandia prendendo come punto di riferimento soprattutto i Swallow The Sun.
Non che i nostri siano una fotocopia dei maestri del death doom melodico, tutto sommato i Fin’amor ci mettono del loro per cercare di differenziarsi, a partire da un uso più cospicuo del pianoforte rispetto agli standard del genere, certo è che, quando il sound decolla esprimendo del tutto la sua corposa drammaticità, le somiglianze con Raivio e soci sono evidenti.
Poco male, in fondo, visto che l’offerta dei ragazzi di Brooklyn si attesta su un buon livello medio, compensando la relativa originalità con un’apprezzabile vena compositiva evidenziata in tracce cariche di pathos come Oasis e la lunga Natura, senza dimenticare episodi più rarefatti ma non meno efficaci come Memories Of Flesh o Porcelain Swan.
Da rimarcare la buona prova vocale di Benjamin Meyerson, fondatore dei Fin’amor assieme al chitarrista Julian Chuzhik e al tastierista Nodar Khutortsov, dotato di un growl potente ed una voce pulita profonda ed intonata; inoltre, l’attuale configurazione della band a sei elementi arricchisce non poco il sound, rendendo ancor più efficaci i passaggi più robusti.
In definitiva un primo passo più che positivo, per il prossimo si auspica essenzialmente un graduale distacco dai propri modelli stilistici.

Tracklist:
1.Bleed the Ocean
2.Oasis
3.I Am Winter
4.Memories of Flesh
5.Natura
6.Porcelain Swan
7.Valediction

Line-up:
Julian Chuzhik – Guitars
Nodar Khutortsov – Keyboards
Benjamin Meyerson – Vocals
Slava Morozov – Bass
Eugene Bell – Drums
Raphael Pinsker – Guitars

FIN’AMOR – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Treni ad Altra Velocità – Intervista con Fabio Bertino

Una conversazione con Fabio Bertino, autore in tempi recenti di due libri in cui racconta le proprie esperienze di viaggio lungo il nostro paese, percorrendo linee secondarie o utilizzando per gli spostamenti solo i più “lenti” treni regionali.

Amarok – Resilience

La cifra compositiva degli Amarok è piuttosto personale in quanto, rispetto al più canonico sludge doom, la band californiana non teme di rallentare i ritmi fino a sfiorare un’asfissia scongiurata dal mood atmosferico e melodico che pervade buona parte di un lavoro riuscito come Resilience.

Abysskvlt – mDzod Rum

Gli Abysskvlt, con mDzod Rum, propongono un’opera di grande spessore, sia dal punto di vista spirituale che strettamente musicale, ma non si può nascondere che tali sonorità siano principalmente rivolte a chi possiede un’indole incline alla meditazione.

Silent Vigil – Hope and Despair

Se in passato il sound traeva principalmente linfa dall’insegnamento dei Daylight Dies, tutto sommato Hope and Despair è un album che si muove in continuità con quello stile, che qui viene ulteriormente ribadito dando alla fine l’auspicato seguito, sia pure con il nuovo moniker Silent Vigil, alla brusca archiviazione degli Woccon avvenuta dieci anni fa.