iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Killing Gandhi – Cinematic Parallels

In questi tempi di troppo "core" nel death melodico riassaporare del buon e ormai vecchio death metal scandinavo è una botta di vita che ogni amante del genere non deve assolutamente lasciarsi sfuggire

Killing Gandhi – Cinematic Parallels

Martin Arendal è il chitarrista di questa favolosa band danese al debutto su Crime Records e creatore di questo concept sulle sue undici pellicole cinematografiche preferite, raccontate in musica tramite un melodic death metal scandinavo spettacolare.

Se il concept è alquanto originale, il sound ricalca quello dei più famosi act scandinavi, arrivati agli onori delle cronache metalliche a cavallo del nuovo millennio, ma suonato e prodotto alla grande e altresì composto da undici canzoni dal songwriting esagerato, che lo eleggono ad uno dei migliori prodotti del genere di quest’anno in ambito underground.
La band nasce nel 2011 da un’idea comune di Arendal ed il bassista Kasper Gram a cui si aggiungono, per completare la line up Thorbjørn Jensen (ex Sickseed) al microfono e Rasmus Schmidt alle pelli (Illdisposed, ex Corpus Mortale).
Mixato e masterizzato da Jacob Hansen (Volbeat, Amaranthe, Pretty Maids, TÝR, Evergrey tra gli altri). Cinematic Parallels è una mazzata di melodic death da antologia, le tracce sono intervallate da intermezzi atmosferici (Trailer) che le uniscono una all’altra, così che viene assolutamente spontaneo non fermarsi nell’ascolto, tanto è il coinvolgimento creato da devastanti assalti metallici, uno più esaltante dell’altro in un turbinio di note estreme suonate da un gruppo in stato di grazia.
Enorme il lavoro della sezione ritmica, un martello che picchia senza soluzione di continuità nel cervello dell’ascoltatore, perfetto, melodico e tagliente ogni solos che Arendal, tira fuori dal manico della sua chitarra e da infarto la prestazione al microfono di quella belva di Jensen, che se la cava egregiamente anche con i rari interventi in clean.
L’album si può riassumere con la devastante 0100101101000111, brano da urlo tra parti ritmiche velocissime, solos graffianti e tre voci (compare una bellissima voce femminile) che mette definitivamente l’ascoltatore al tappeto.
In questi tempi di troppo “core” nel death melodico riassaporare del buon e ormai vecchio death metal scandinavo è una botta di vita che ogni amante del genere non deve assolutamente lasciarsi sfuggire, a meno che Children Of Bodom, Arch Enemy, Primi In Flames e Soilwork non vi dicano nulla, ma sarebbe un peccato mortale.

Tracklist:
1. Trailer # 1
2. The Cannibal Course
3. What Lies Beneath
4. Drugs for a Mindfuck
5. Trailer # 2
6. The Lights Will Shine Forever
7. Only the Strong will Survive
8. Trailer # 3
9. Leader of Losers
10. Trailer # 4
11. 0100101101000111
12.The Rise and Fall of a Superhero
13. Illusion of Death
14. Trailer # 5
15. D-Minor Took My Life
16. The Next Level

Line-up:
Thorbjørn “ThunderBear” Jensen – Vocals
Martin Arendal – Guitars
Kasper Gram – Bass
Rasmus Schmidt – Drums

KILLING GANDHI – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Kensington – Control

La band capitanata da Casper Starreveld ha creato un album che ha il destino già scritto prima di arrivare all’orecchio dei fans, una raccolta di canzoni pregna di atmosfere melanconicamente melodiche, con più di un riferimento al rock alternativo degli ultimi vent’anni, molto britannico concettualmente, ma assolutamente già sentito sui canali e radio specializzate in musica e cultura indie.

The Pier – The Pier

Per gli amanti del genere un album da ascoltare a più riprese, ed una band da seguire visto l’enorme potenziale artistico.

Somnium Nox – Apocrypha

Con coraggio e personalità i due musicisti australiani incorporano in un’unica opera quella che è stata l’evoluzione del genere dagli ormai lontani primi anni novanta