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Recensione : Zulus – Ii

Nove brani punk/hardcore/noise che hanno un senso e una personalità

Zulus – Ii

A distanza di tre anni dal loro debutto, i newyorkesi Zulus, formazione a quattro composta da Aleksander Prechtl, Daniel Martens, Jeremy Scott, Julian Bennett Holmes (tutti con diversi precedenti in ambito punk/hardcore), ritornano con II. Il nuovo disco, pubblicato anche questa volta da Aagoo Records, si compone di nove fulminanti brani post hardcore/noise che raramente arrivano ai tre minuti di durata (solo uno “sfora” oltre i quattro minuti).

Il frullato di batteria e chitarre della tempestosa Revolver III, ondeggiando isterica in un mare di distorsioni, introduce il muro sonoro, fatto di punk sgranato “vecchia scuola” di Medications e l’incisività energica (merito anche del cantato) della dura e trascinante White Virgin.
L’incedere ipnotico e coinvolgente della scura Gemini, invece, tenendoci assorti in un lurido sogno fatto di ruggine e asperità (lungo quasi cinque minuti), lascia spazio al tagliente suono di chitarra di Set Fire, mentre il deflagrare in tutte le direzioni di Chemicals, cede il posto all’altrettanto abrasiva e disorientante Deep Into The River.
Screens, infine, su tempi più lenti, ma su sonorità non meno dolci, si contrappone alla più solare e distesa The City’s Vein (tutte le tensioni accumulate fino ad ora si sciolgono in un batter d’occhio).

Con questa seconda prova gli Zulus mettono ben a fuoco quello che nel precedente capitolo mi sembrava ancora troppo grezzo, acerbo e, a tratti, privo di direzione. Nove brani punk/hardcore/noise che hanno un senso e una personalità. Un disco breve, ma assolutamente valido e convincente. Complimenti.

TRACKLIST:
01. Revolver III
02. Medications
03. White Virgin
04. Gemini
05. Set Fire
06. Chemicals
07. Deep Into The River
08. Screens
09. The City’s Vein

LINE UP:
Aleksander Prechtl
Daniel Martens
Jeremy Scott
Julian Bennett Holmes

ZULUS – Facebook

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