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Recensione : Zero Gravity – Holocaust Awaits

Album d'esordio per gli indiani Zero Gravity, alle prese con un potentissimo mix di death e thrash.

L’India continua a stupire con uscite di indubbie qualità in ogni genere metallico che, grazie alla sempre attiva Transcending Obscurity di Kunal Choksi, arrivano a noi in tutto il loro devastante splendore.

Questa volta tocca agli Zero Gravity, provenienti da Indore, corporazione municipale dello stato del Madhya Pradesh, all’esordio con un potentissimo mix di death e thrash, colmo di groove, ottimo esempio di metal estremo che aggredisce come una tigre affamata, lasciando al suo passaggio solo pochi e poveri resti.
Holocaust Awaits punta molto su ritmi cadenzati ed ottimi interventi chitarristici, sempre saturi e lancinanti, lasciando poi che la vocalist Kratika Bagora ci stupisca con growl e scream, lasciando a pochi interventi parlati gli unici esempi di presenza umana dietro al microfono.
La band è un muro sonoro ad altissima tensione, la sezione ritmica gronda sangue, tra accelerazioni e rallentamenti claustrofobici(Anuj Malkapurcar al basso e Divyansh Jain alle pelli), mentre, come detto, il lavoro delle due asce piace, tra saturazione e melodie stonerizzate da atmosfere che permangono al limite per tutta la durata dell’album (Prafull Bathnagar e Depraj Singh).
Il songwriting viaggia così tra midtempo potentissimi e velocità thrash, anche se la band il meglio di sè lo dà proprio quando i ritmi frenano non poco e, mattone su mattone, il gruppo crea una miscela sonora di impressionante impatto.
Gli Zero Gravity in questo loro debutto riescono ad amalgamare sapientemente tutte le loro influenze creando un suono che, pur essendo debitore nei confronti delle band storiche del thrash e del death (Bolt Thrower, Sepultura, Asphyx, Pantera) riesce ad essere ugualmente personale, maturo, lasciando che per tutti i quaranta minuti di durata non venga mai meno mai il senso di apocalisse imminente, che traspira dai solchi di questi nove convincenti brani.
Ottimo esordio, quindi. per il gruppo asiatico e ancora complimenti alla Transcending Obscurity per la sua offerta che ci consente di scoprire, a getto continuo, ottime proposte in campo estremo provenienti da una parte del pianeta nella quale queste sonorità stanno prendendo piede in maniera sorprendente.

Tracklist:
1. Intro
2. Weapon’s Edge
3. Screaming Agony
4. Blasphemy
5. Democratic Warfare
6. Holocaust Awaits
7. Pistol in My Hand
8. Chronicles of the Radical Mind
9. Domain of Silence

Line-up:
Divyansh Jain – Drums
Prafull Bhatnagar – Guitars
Anuj Malkapurkar – Bass
Deepraj Singh – Guitars
Kratika Bagora – Vocals

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