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Recensione : Xternals – Dreamwalk

Un lavoro dalle potenzialità enormi, perfetto nell'assemblare suoni provenienti da Nine Inch Nails, Lacuna Coil, rock alternativo e sfuriate core.

Xternals – Dreamwalk

Per la band milanese Xternals secondo lavoro che segue l’esordio “Fistful Of Infinty”, uscito nel 2011 e che ne aveva fatto tessere le lodi artistiche a più di un addetto ai lavori.

Dreamwalk, prodotto con l’ausilio del bassista e compositore dei portabandiera del rock/metal nazionale Lacuna Coil, Marco Coti Zelati, è un album dalle potenzialità enormi, una raccolta di brani accattivanti, più aggressivi rispetto all’esordio ma senza perdere un’oncia di eleganza compositiva, amalgamando sapientemente alternative, elettronica, melodie pop e l’irruenza di un metal moderno plasmato con gran talento dalla band.
Protagonisti indiscussi di Dreamwalk sono il songwriting di qualità altissima e la prova del singer Alessandro Tripodo, cantante completo, sia nella passionale ed emozionale voce pulita, ma opportunamente rabbioso laddove i brani più aggressivi lo richiedono.
Le canzoni alternano raffinate linee melodiche, dove l’elettronica fa da base allo sviluppo dei brani, ad altri dove i suoni graffiano, le ritmiche si fanno core e la band picchia duro, mantenendo un appeal elevatissimo (Sixteen).
La tensione si mantiene elevata e l’uso dei watt si spreca, l’album è composto da undici potenziali hit, che ne fanno un bombardamento di rock moderno, in cui tutte le parti sono assemblate in modo perfetto, uno stupendo puzzle di umori e suoni, impreziositi da melodie che entrano nella testa dell’ascoltatore al primo ascolto.
La chitarra morde (Riccardo Lausdei) alleandosi con la sezione ritmica, che di potenza e groove ne ha da vendere (Carlo Dones al basso ed Enzo Arcadi alle pelli) e lasciando che le melodie sintetiche di Luca Oldani abbiano l’ultima parola sul sound moderno, accattivante e, diciamolo, tremendamente cool del gruppo lombardo.
Entrare nel mondo musicale degli Xternals è facile e quando vi sarete persi, per ritrovare la strada basterà seguire le orme già tracciate da canzoni irresistibili come Famke, Harlem Struggle, la title track e Faeries, un concentrato di suoni provenienti da Nine Inch Nails, Lacuna Coil, rock alternativo e sfuriate core, da avere.

Tracklist:
1.Sekmet
2.Building Better Worlds
3.Sixteen
4.Famke
5.Late Hours Blue
6.Harlem Struggle
7.Dreamwalk
8.Ad Der All
9.Globular Cluster
10.Faeries
11.City Lights

Line-up:
Alessandro Tripodo – voce
Riccardo Lausdei – chitarra
Carlo Dones – basso
Enzo Arcadi – batteria
Luca Oldani – synth

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