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Recensione : Witchclan – The Dark Binding

"The Dark Binding" è un disco che dovrebbe piacere agli estimatori del black metal più genuino ma con una certa propensione alla melodia

Witchclan – The Dark Binding

Matt Bass é un musicista inglese che ormai da diverso tempo si dedica solitariamente al black metal con il suo progetto Witchclan; in realtà, all’inizio degli anni ’90, questo monicker era espressione di una band vera e propria, una delle prime ad interpretare il genere nel Regno Unito, nella quale Matt fece il suo ingresso nel ’93 in qualità di vocalist, partecipando alla realizzazione dei due demo che restano le sole testimonianze discografiche di quell’epoca.

Alla fine dello scorso decennio, dopo un lunghissimo silenzio, Matt decise di riportare in vita i Witchclan, questa volta però come one-man band, pubblicando il full-length d’esordio “Misanthropist “ nel 2011.
The Dark Binding arriva quindi, oggi, a dare una certa continuità al lavoro del musicista britannico, al quale deve essere riconosciuta innanzitutto la dedizione al genere musicale prescelto: infatti, questo è un album del quale tutto si può dire fuorché che non sia sincero negli intenti del suo autore, e appare altrettanto evidente per questo che non ci si dovranno attendere particolari finezze stilistiche né un iperproduzione a supportare il sound.
In quest’occasione non si può nemmeno parlare di raw black metal perché, in fondo, Bass immette nelle sue composizioni diversi umori, quelli che rendono il black di matrice albionica un qualcosa di meno connotato e definito rispetto a quello di provenienza nordica.
Passaggi chitarristici di matrice heavy sovente forniscono un impronta vagamente epica (Worms of Hypocrisy) ad un sound che è per lo più impostato su ritmi forsennati, salvo l’eccezione (senza tenere conto di intro ed outro) rappresentata dall’ottima Neverending Funeral.
Atmosfere orrorifiche (Dawn of the Serpent Kings) lasciano spazio poi a prorompenti cavalcate (A New Dawn) il tutto in un contesto sufficientemente vario nel quale le uniche pecche riscontrabili sono la voce un po’ troppo “effettata” e la drum machine che, alla lunga, tende ad appiattire eccessivamente i ritmi (ma questo è un difetto comune alla gran parte delle one man band).
The Dark Binding è, quindi, un disco che dovrebbe piacere agli estimatori del black metal più genuino ma con una certa propensione alla melodia: come detto, perfettibile a livello di produzione, ma indubbiamente piacevole e versatile pur nella sua adesione alla tradizione del genere.

Tracklist:
1.Descend Into Darkness (Intro)
2.Worms of Hypocrisy
3.Treading On Angels
4.Dawn of the Serpent Kings
5.Beyond the Seventh Gate
6.A New Dawn
7.Paths to Immortality
8.Crossing of the Spheres
9.Neverending Funeral
10.Descend Into Madness (Outro)

Line-up:
Matt Bass

www.elvesterrecords.com

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