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Recensione : Whyzdom – Symphony For A Hopeless God

Gli Whyzdom confezionano un ottimo album di genere, prodotto benissimo e colmo di spettacolari orchestrazioni

Whyzdom – Symphony For A Hopeless God

Chiariamolo subito: l’album in questione e la band che l’ha creato fanno parte di un genere che, a livello di novità e originalità, ha già esibito fin dalla metà degli anni novanta tutta la sua potenzialità, diventando una delle espressioni in ambito metallico più seguite dai fan, specialmente in Europa.

Difficile perciò trovare album che stupiscano sotto questi aspetti, mentre molto più facile è imbattersi in realtà che, seguendo i soliti cliché del genere, confezionino delle ottime opere di metal gotico, sinfonico e dalle orchestrazioni cinematografiche di buon appeal, virtù sposate dagli amanti di queste sonorità.
A riprova di ciò ecco il nuovo lavoro della band transalpina Whyzdom, nata nel 2007 e al terzo lavoro dopo i due full lenght “From The Brink Of Infinity” del 2009 e “Blind?”, precedente album del 2012.
Preso atto del cambio di vocalist, con Marie Rouyer che prende il posto dietro il microfono della collega Elvyne Lorient, ci immergiamo tra i solchi di questa opera sinfonica dal titolo Symphony For A Hopeless God che, se non fa gridare al miracolo per spunti innovativi, offre più di un’ora di dinamico ed alquanto metallico gothic metal.
Se, come dei novelli cavalieri della tavola rotonda, siete alla ricerca del santo graal dell’originalità, lasciate tranquillamente perdere questo album; se, invece, il genere continua a regalarvi emozioni, allora spegnete i cellulari e fatevi prendere per mano dalla band parigina, che vi accompagnerà tra le orchestrazioni e gli ottimi spunti dell’opera in questione, dove un buon impatto metal, riuscite parti orchestrali e l’ottima ugola della singer vi regaleranno una buona scusa per stare a casa e godervi lo spettacolo.
Settanta minuti (forse, leggermente troppi) di musica a tratti spettacolare, con qualche picco e qualche piccolo cedimento, che ci sta, proprio in conseguenza della lunga durata, tra funamboliche parti orchestrali e fughe metalliche aggressive, amalgamate con buon piglio dalla band, brava nel non perdersi troppo in parti atmosferiche, ma attaccando dalla prima all’ultima nota lasciando che tutta la sua musica arrivi a noi nella forma migliore (la produzione è al top).
Tra i brani, che raggiungono tutti la sufficienza, spiccano le ottime Asylum Of Eden (la più riuscita in virtù delle ottime orchestrazioni epico/cinematografiche), seguita dalla roboante Waking Up The Titans, dai cori magniloquenti che si avvicinano ai Therion, e Where Are The Angels, anch’essa impreziosita da una spettacolare aurea epica enfatizzata dall’ottima sinfonia classica.
Senza tediarvi con le solite band di riferimento, la band francese ha confezionato un ottimo album di genere, prodotto benissimo, colmo di spettacolari orchestrazioni, ed interpretato da una brava cantante, per gli amanti del genere virtù essenziali per amare un lavoro come Symphony For A Hopeless God.

Tracklist:
1. While the Witches Burn
2. Tears of a Hopeless God
3. Let’s Play with Fire
4. Eve’s Last Daughter
5. Don’t Try to Blind Me
6. The Mask
7. Asylum of Eden
8. Waking Up the Titans
9. Theory of Life
10. Where Are the Angels
11. Pandora’s Tears

Line-up:
Marie Rouyer – voce
Nico Chaumeaux – batteria
Régis Morin – chitarra
Vynce Leff – chitarra, orchstra
Marc Ruhlmann – tastiera
Xavier Corrientes – basso

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