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Recensione : Warckon – The Madman’s Lullaby

Pur senza apportare chissà quali stravolgimenti ad un genere musicale dai confini ben definiti, il giovane quartetto fiammingo sciorina una serie di tracce che denotano una notevole padronanza della materia e facendo presagire sviluppi importanti per il futuro.

The Madman’s Lullaby non è un album nuovo di zecca poiché si tratta della riedizione, a cura della Emanes, del primo lavoro dei fiamminghi Warckon, risalente al 2011.

Del resto, senza il supporto di una label volenterosa come quella francese, difficilmente questo pregevole esempio di thrash metal sarebbe potuto uscire fuori dagli angusti confini della scena locale. E ciò sarebbe state un vero peccato.
Va detto che i Warckon, dopo aver autoprodotto il proprio disco d’esordio, hanno intrapreso un’intensa attività live che ha fornito loro una discreta popolarità in zona Benelux e dintorni, occupando però gli spazi necessari per produrre un nuovo lavoro e rendendo, così, opportuna la scelta di riproporre The Madman’s Lullaby con una nuova veste grafica.
Pur senza apportare chissà quali stravolgimenti ad un genere musicale dai confini ben definiti, il giovane quartetto belga sciorina una serie di tracce che denotano una notevole padronanza della materia, risultando comunque leggermente più elaborati dei compagni di etichetta Infinite Translation e Omission, recentemente trattati su Iyezine, in virtù di una maggiore varietà stilistica, ben rappresentata da diversi passaggi acustici e da azzeccati assoli di chitarra dalle melodie ben memorizzabili.
Valgano come esempi un brani come Trapped, trascinante nella sua ritmica indiavolata, o anche la successiva After The Noise, nei quali viene evidenziato la non comune capacità da parte di Wouter e Jonas di esibire passaggi di grande impatto.
Lo stesso Wouter si occupa della voce, che invero è l’unico aspetto non del tutto convincente trattandosi di un recitato-urlato di stampo hardcore che talvolta si rivela un po’ piatto.
Nulla da dire invece sul resto della prestazione strumentale, che regala i canonici tre quarti d’ora di headbanging all’insegna di un thrash ben congegnato, figlio della bay Area e ricco di spunti più riflessivi , come nella bella traccia strumentale Salvation.
Questa è una band che non si limita al consueto, per quanto gradito, palla lunga e pedalare, ma mostra d’avere qualcosa in più a livello di songwriting; i Warckon ora sono padroni del proprio destino: se riusciranno a sviluppare in maniera ottimale le doti evidenziate smussando alcune fisiologiche imperfezioni, il prossimo disco potrebbe consacrarli come una delle realtà emergenti più in vista della scena thrash europea.

Tracklist:
1. As The Death Knell Dolls
2. The Madman’s Lullaby
3. Trapped
4. After The Noise
5. Shattered Illusions
6. Lord Of Lunacy
7. Salvation
8. The Tower
9. Path To The Gallows
10. Back Against The Wall

Line-up:
Wouter Langhendries: Guitar – Vocals
Jonas Bergmans: Chitarra
Marijn Lostermans: Bass
Marijn Langhendries: Batteria

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