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Recensione : The Unchaining – Ruins At Dusk

Colpisce favorevolmente in quest’album la disinvoltura con la quale viene espresso un black metal vario pur mantenendo a distanza qualsiasi tentazione sperimentale.

The Unchaining – Ruins At Dusk

The Unchaining è il nome di uno dei tanti progetti solisti dediti al black metal e Ruin At Dusk è il secondo album risalente allo scorso anno (il terzo è uscito da qualche mese).

Visto l’affollamento nel settore proviamo a capire perché può essere il caso di prestare una particolare attenzione nei confronti del lavoro di questa one man band: intanto, al di là di una produzione come sempre piuttosto ai limiti in frangenti analoghi che, nello specifico, tra tutti gli strumenti sceglie di sacrificare l’unico non umano, ovvero la batteria, ciò che ben impressiona in quest’album è la disinvoltura con la quale il nostro misterioso musicista goriziano riesce ad esprimere un black metal vario pur mantenendosi a distanza da qualsiasi tentazione sperimentale.
In Ruins At Dusk troviamo, quindi, le accelerazioni tipiche del genere ma anche spunti epic-folk, grazie all’uso sapiente del flauto (Lord of the Autumnal Mist e The Awakening of Fangorn) e delle tastiere che riescono a creare atmosfere davvero coinvolgenti .
Da non trascurare, poi, una certa propensione in alcuni brani a rallentamenti di matrice doom (Marching From Beyond) che hanno il merito di avvolgere ancor più di un alone mistico il sound di The Unchaining che, a giudicare dal tipo di immagini che campeggiano sia sulle copertine di dischi sia nella pagina Facebook, è strettamente connesso a tematiche legate alla natura, in particolare a quei panorami innevati che ben si ricollegano al gelo misantropico che riveste sovente, come una spessa patina, l’immaginario lirico di chi si dedica a questo genere.
Il lavoro di The Unchaining mi piace soprattutto perché appare ai miei occhi come una versione ancor più artigianale di una band che ho sempre adorato come i Lunar Aurora, dei quali vengono ripresi diversi spunti stilistici e soprattutto restituito un non dissimile impatto straniante, con una voce distante che si mescola con il tremolo-picking e gli apporti minimali ma efficaci di suoni meno convenzionali per il genere.
Ruins At Dusk è un album dotato di un certo fascino, forse anche per questo suaapparenza naïf e devo ammettere che sono molto curioso di poter ascoltare l’uscita più recente di The Unchaining per capire in quale direzione si stia effettivamente muovendo questo intrigante progetto solista.

Tracklist:
1. Ruins at Dusk
2. Lord of the Autumnal Mist
3. The Awakening of Fangorn
4. On Wintry Trails
5. Marching from Beyond
6. Shadow Vest
7. Enshrined in Darkness

THE UNCHAINING – Facebook

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