( CLINICAL ARCHIVES # 365 2010) : ma lo sapevate che Bergamo è vicino a Nashville ? Beh, ora lo sapete. Dalla Roncola, monte vicino a Bergamo, arrivano questi campagnoli con questo disco di bluegrass, country, rock e un retrogusto di cantautorato. Una gemma grezza di incredibile bellezza. L’ho trovato per caso su www.rowolo.de, e non riesco a capacitarmene ancora. Bellissimo, un suono retrò, chitarre in slide, pianoforte onnipresente, voci rauche e profonde, un miracolo che nasce dal basso.
Ipnotico e additivo, non riesco a staccarmene; c’è gioia e voglia di divertirsi , tristezza e immutabilità, tabacco e alcool. Ascolti “ Vermouth and baby” e capisci che davvero c’è uno spirito che da qualche parte dell’America ha invaso il mondo, con Tom Waits, Hank Williams e altri come profeti. I The Sakee Sed hanno un’intensità difficile da commentare, e se una recensione è un invito ad entrare in un disco, questa recensione non è un invito, è una caldissima raccomandazione ad accaparrarsi un posto davanti a questi ragazzi. Raramente rimango così folgorato da un disco, ma “Waltzer” è commovente fino alle lacrime, la voce e gli strumenti trovano quell’armonia che spiega perchè la musica ha valore catartico. Specialmente questa musica sghemba per volontà, obliqua e sincera, che passa tutte le frontiere e sale lentamente. Io ho passato estati e tanti giorni nella casa di famiglia in montagna, a Pianpaludo, uno sperduto paesino dell’appennino ligure, e avrei voluto fare un disco, così, tra una sbornia e una vacca che ti guarda enigmatica, prati, pallone e cazzate. Perchè alla fine vorrei cantare con un cappellaccio in testa, un amico alla slide, un’alto al piano, una ragazza carina ma alcolista come seconda voce, e un pubblico fatto di tavoli rovinati e bottiglie vuote. Cazzo, come v’invidio maledetti roncolesi. I wish to be drunk another time.
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