Dalla Grecia con amore senza necessariamente celebrare sirtaki.
Questo duo, oramai riconosciuto a livello nazionale per aver condiviso il palco con i fautori del genere (Black Rebel Motorcycle Club) e apostoli (Dead Meadow, Sonic Jesus, Sylvain Sylvain) riemerge dopo due anni di apparente stasi con l’ammaliante Aphelion. Riassumibile come un vademecum di riff graffianti e melodie catchy il disco (peraltro registrato in soli 5 giorni) prende in prestito dai Black Angels le liriche lisergiche e rasenti ad un occulto R’n’r in cui qualche visionario riesce ancora a vedersi, disperso tra le Meteore del Peloponneso. Almeno la prima traccia apripista calza perfettamente grazie all’uso dei minori accentuato dai cori, presenti in più brani (Don’t trow Your hand e No Use) mentre la sabbathiana Aphelion viene quasi ripresa in Feathers. Questi cinque brani in realtà fanno tutto l’album, tralasciando gli altri cinque che lo completano, rischiando di ripetersi senza alcuna voglia di riascoltarlo per trarre qualche spunto in più. Ben più prolifico di idee invece l’omonimo album del 2013 in cui liriche, melodia e ritmo sembrano andare unicamente in un’unica direzione senza disperdersi in false partenze garage. Il 28 settembre gli Inner Ear rec. di Atene hanno dato alla luce Aphelion che al momento sta avendo diversi battesimi di fuego tra le varie date europee, aspettando di vedere progressioni per un terzo album maturo e più selettivo.
Tracklist:
1: Shoot The Moon
2:In The Boneyard
3:Run
4:Don’t Throw Your Hand
5:Aphelion
6:Holy One
7:Feathers
8:Blood
9:No Use
10:Celebration Time
Line Up:
George Nikas – Voce, Batteria
Stamos Bamparis – Chitarra, Voce
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