The Morningside – Letters From The Empty Towns

Terzo ed ottimo album per i russi The Morningside.

The Morningside – Letters From The Empty Towns

Nuovo capitolo della saga The Morningside, band al suo terzo full-length dopo l’esordio del 2007 “The Trees and the Shadows of the Past”, bissato nel 2009 da “Moving Crosscurrent of Time” e dall’EP del 2011 “Treelogia”.

Il gruppo proveniente dalla capitale sovietica propone un doom/death metal melodico sulla scia dei primi lavori dei Katatonia (la band alla quale fanno maggior riferimento) irrobustendolo con iniezioni di death melodico alla Dark Tranquillity (era “Projector”), ed il risultato non può che essere, visto anche il buon songwriting e la bravura dei musicisti coinvolti, un ottimo lavoro di genere.
Rispetto agli album precedenti i The Morningside imprimono più potenza al sound di Letters From The Empty Towns relegando le atmosfere rarefatte e gli interventi della voce pulita ad occasionali stacchi in qualche brano (On the Quayside), lasciando invece molto spazio alle chitarre, assolute protagoniste con splendide ritmiche e solos che si avvicinano al prog/death degli Opeth piuttosto che al sound di Agalloch e Ulver come nei primi dischi.
Le vocals di Nikitin sono corrosive e come sempre marchio di fabbrica della band che, The Outside Waltz a parte (bellissimo strumentale acustico), regala brani dal forte impatto drammatico, per un viaggio in quel metal dai richiami dark capace di regalare emozioni, sostenuto da una struttura chitarristica di primo livello: un lavoro maturo, che cresce con gli ascolti e che trova nella stupenda Ghost Lights (la canzone che più si avvicina ai Katatonia) otto minuti di meraviglie melodiche.
Invero sul finire del lavoro la band, dopo le sfuriate della prima metà del disco, si rilassa e anche nella finale Letter ci consegna un brano semiacustico, come se il sound del gruppo si raccogliesse su se stesso, in posizione fetale, dopo aver sfogato tutta la rabbia ed essere arrivato, così, allo stremo.
Buoni outsiders, i The Morningside sanno toccare l’anima: la loro musica difficile, per questi tempi dove anche nel metal si ha la sensazione di dover consumare tutto e subito, in una sorta di tremendo usa e getta, ferma il tempo e siamo noi che ne dobbiamo approfittare per regalarci ogni tanto un momento di poesia; fatelo, non ve ne pentirete.

Tracklist:
1. Immersion
2. One Flew (Over the Street)
3. Deadlock Drive
4. Sidewalk Shuffle
5. On the Quayside
6. The Traffic Guard
7. The Outside Waltz
8. Ghost Lights
9. The Letter

Line-up:
Ilya Egorychev – Bass
Boris Sergeev – Drums
Igor Nikitin – Vocals, Guitar
Sergey Chelyadinov – Guitars

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