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Recensione : The Grotesquery – Curse Of The Skinless Bride

"Curse Of The Skinless Bride" è una colata di metallo interpretata dai The Grotesquery in modo straordinario.

The Grotesquery – Curse Of The Skinless Bride

Giusto il tempo di un respiro e si torna a parlare di Rogga Johansson, ormai un habituè della sezione metal di In Your Eyes, che sembra averci sfidato nel riuscire a trovargli dei difetti in ogni suo progetto o collaborazione, superando sempre brillantemente tali prove.

Non fa eccezione neppure il terzo capitolo della saga horror/death dei The Grotesquery, band di fatto svedese/americana, visto che il chitarrista scandinavo collabora con il vocalist Kam Lee, ex  Massacre, Brynjar Helgetun alle pelli (Just Before Dawn, tra gli altri) e Johan Berglund al basso (ex Demiurg, The Skeletal e This Haven).
Curse Of The Skinless Bride fa parte della Coffin Born Trilogy, di cui “Tales Of The Coffinborn” era la prima parte, uscita nel 2010, e “The Facts and Terrifying Testament of Mason Hamilton: Tsathoggua Tales”, il seguito uscito invece nel 2012.
Influenzata a livello lirico dalle opere di H.P.Lovercraft ed E.A.Poe, la trilogia vede in questo capitolo una sorta di prequel e, chiaramente, attingendo da tali scrittori non può che essere una storia horror, sulla quale la band piazza una colonna sonora death metal old school, ma con molte influenze dark, specialmente quando il singer passa dal growl alla voce profonda e teatrale, confermandosi come uno dei migliori interpreti del genere in circolazione.
Il songwriting, tanto per non sbagliare, è elevatissimo: il gruppo spara bordate di metal estremo debordante, andando a mille all’ora senza risparmiare rallentamenti e parti atmosferiche tra un brano e l’altro, il tutto senza perdendo un’oncia di quell’impatto che caratterizza tutto il  lavoro.
Curse Of The Skinless Bride è una colata di metallo interpretata dai musicisti in modo straordinario, traendo ispirazione sia dalla scena statunitense (Massacre, naturalmente) sia da quella nordeuropea (Entombed, Dismember); trattandosi di un concept va ascoltato assolutamente tutto d’un fiato e, questa volta, Johansson si supera, tra riff velocissimi e splendidi refrain, supportato da una sezione ritmica travolgente e dalla prova eclatante del buon Lee al microfono.
Return to the House of Grotesque,  Downfall – It’s All Gone to Hell, la sparata e brutale Rise – The Advent of the Crooked Man e la death/dark Magnum Innominandum – He of the Yellow Sign, saldano le cuffie alle orecchie, sprigionando fiamme ossidriche di death metal a tratti esaltante, confermando il chitarrista svedese in stato di grazia nonché uno dei migliori interpreti del genere degli ultimi anni.
Inutile aggiungere che, per gli amanti del metal estremo, questo lavoro rappresenta un album da sentire e risentire, possibilmente senza avere oggetti contundenti vicino: l’anima dannata del serial killer potrebbe impossessarsi di voi.

Tracklist:
1.Intro/Unholy Reprisal – Resurrection Of The Coffin Born
2.The Missing And The Detective´s Hunch
3.Return To The House Of Grotesque
4.Of Death And Unspeakable Things
5.Her Exquisite Corpse – The Skinless Bride
6.Frightful Sight Of The Skinless Corpse And The Worm
7.Downfall – It´s All Gone To Hell
8.Rise – The Advent Of The Crooked Man
9.The Creature And The Elder Sign
10.Magnum Innominandum – He Of The Yellow Sign
11.Thy Kingdom Infernal – A Promise Of Hell
12.Hasturs Homecoming – All Hell Awaits
13.This Is The End
14.The Betrayer And The Man Child

Line-up:
Johan Berglund – 4 string subsonic invocations
Rogga Johansson – 6 string violent vibrations and cryptic compositions
Brynjar Helgetun – Conversations with spirits by means of ritualistic percussions
Kam Lee – Occultic readings, poetry blasphemies, and evil lyrical

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