(Billy’s bones records) Giovani garage-punkers crescono. I Boilers vengono da Catania ed io ho avuto il mio primo contatto con loro quando li ho visti aprire la serata del sabato al festival beat.
Dopo aver assistito alla loro esibizione,assolutamente valida e coinvolgente,mi sono avvicinato al loro stand ed ho chiesto loro il disco per poterlo recensire e trasmettere ai Ragazzi del juke-box (prego scaricare il podcast disponibile su questa fanzine);mi aspettavo un meritato spernacchiamento ed ho invece ricevuto cortesia e il dono di “High hell lovers”,e pensare che fra me e Simone facciamo quasi ottant’anni e abbiamo facce non proprio rassicuranti,quando si dice beata innocenza.
Ma ora stop ai preamboli e spazio alla band,che oltretutto lo merita; l’album in questione è un gran bell’esempio di garage-rock dall’attitudine molto punk sorretto da un suono di organo vox che ha fatto davvero bene al mio vecchio cuore di rocker impenitente.
Si passa da brani prettamente teen-punk come l’iniziale “Shake” o l’infuocata “Wlid crazy car”,ad abbozzi di psichedelia eighties tipica di band come Plan 9 o Plasticland come in “Psychedelic poof” o “Call me devil!!!”,ma la mia preferita è senza dubbio la canzone che da il titolo all’album ormai diventata,a pieno merito,uno dei pezzi in heavy rotation nella selezione dei ragazzi del juke-box in versione deejays.
Dischi come questo fanno ben sperare nella continuazione della scuola garage italiana che negli ultimi trent’anni tanto ha dato alla schira dei suoi fedeli appassionati.
Oh yeah:The Boilers!
Info e contatti:
waww.myspace.com/theboilerscatania
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