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Recensione : The Barbacans – A Monstrous Self – Portrait

Chi ha detto che la psychedelia debba essere autoreferenziale e pretenziosa? Ecco un disco che fa capire esattamente il contrario!

The Barbacans – A Monstrous Self – Portrait

Ho avuto la fortuna e l’onore di seguire per intero la carriera musicale dei Barbacans sia attraverso i loro 7″ (alcuni a loro nome altri condivisi con altre band), al loro 10″ nel quale riproponevano brani tratti dalle compile Back from the Grave coverizzandoli in lingua italiana per finire ovviamente con i loro tre album l’ultimo dei quali è oggetto di queste righe.

Partendo dai loro trascorsi vi dirò che agli esordi i nostri erano un gruppo di puro garage revival di quelli che quelli che facevano il loro “mestiere” alla grande-almeno due brani sul loro album d’esordio God Save The Fuzz erano di caratura altissima-con il loro secondo album (No Hits For The Kids) già il loro spettro di influenze si andava allargando includendo, oltre all’immortale garage-punk, di cui parlavamo poche righe orsono psychedelia e punk ’77 fino ad arrivare al 10″ di due anni fa (Mai Sepolti) di due anni fa nel quale affioravano interessanti riminiscenze beat.

Questo loro nuovo disco che esce soltanto in versione vinilica se è possibile rimescola nuovamente le carte proponendo diverse sorprese, basti ascoltare il primo pezzo In Her Mind per sobbalzare dalla sedia, si tratta infatti di un brano oscuro e darkeggiante non lontano da certe cose dei Bauhaus o, per restare in Italia, e sottolineare l’uso delle tastiere, Paul Chain Violet Theatre. Seguono poi altre canzoni assolutamente valide quanto spiazzanti nell’ordine sono The Brightest Star la cui psychedelia coincisa e coinvolgente mi ha ricordato i Birdmen Of Alkatraz, You Tell Me dove hard-rock e psychedelia si mescolano dando vita ad una miscela che sa molto di 70’s, Price Of Love-il mio pezzo preferito-che riesce ad unire in un solo brano influenze britanniche (Creation) e americane (Love), Black Friday un lisergico strumentale rafforzato da un sax che ammalia, Tall Man dove sembra di ascoltare il beat “rafforzato” dei primi Deep Purple e 4-2-BBQS un’altro strumentale ma questa volta in odore di farfisa beat.

Chiude il tutto un traccia fantasma nella quale viene ripetuto in maniera cupa ed ossessiva il riff di Louie Louie con, al posto delle voci, grida e voci disperate. Con questo A Monstrous Self-Portrait i Barbacans hanno realizzato un album di vera e propria cultura psychedelia vale a dire composto di pezzi brevi e neanche lontanamente auto compiacenti o masturbatorii, caso che troppe volte è stato visto come un dogma per chi cercava di ricreare questo tipo di sonorità.

Onore quindi a questi rocker fanesi in grado di cambiare pelle restando comunque una band credibile, creativa e sopratutto interessantissima.

1) In Her Mind
2) The Brightest Star
3) You Tell Me
4) Next Garden
5) Price Of Love
6) Black Friday
7) Last Night Fun
8) Wunderbar
9) Tall Man
10) 4-2-BBQS
11) Apocalypse Horses

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