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Recensione : Teo Wise – C’è Polly Solo

Teo Wise - C'è Polly Solo 2022, Spya Sola Records : Il primo disco si chiamava “Lo Spasso” ed era una revisione sul cantautorato all’italiana operata con successo da questo eccezionale menestrello, italiano ma di stanza a Colonia, che si fa chiamare Teo Wise.

Teo Wise – C’è Polly Solo

Il primo disco si chiamava “Lo Spasso” ed era una revisione sul cantautorato all’italiana operata con successo da questo eccezionale menestrello, italiano ma di stanza a Colonia, che si fa chiamare Teo Wise.

Un inizio, autoprodotto, autosuonato, autodistribuito; il primo Edoardo Bennato benedetto dagli esperimenti metrici di Jannacci, un cantautorato italiano contaminato dalla Kiwi-Wave neo zelandese: un disco divertente, stimolante e goliardico, scandito da racconti di hang over, personaggi di paese, storie d’amore affogate nell’alcol;

una vita maledetta ma senza lamentele o rimpianti, dove nell’eccesso si trova la ragione dei propri giorni, il modus operandi verso un sistema di pensiero diverso da quello vigente:

“Sono un clochard, un menestrello senza patria né scuse, senza quattrini né relazioni stabili e, per inciso, va bene così”

Gli anni passano, concerti da suonare e ai quali assistere, Colonia che diventa un mezzo verso la conoscenza di altre realtà, altre forme di espressione:

Teo si lascia influenzare, da internazionalista consapevole o inconsapevole che sia, e sceglie di cambiare muta affondando la lama dell’ispirazione nel pulsante cuore vivo del post punk e del garage rock; verso la fine del 2021, preso dal fuoco di un nuovo entusiasmo, con la sua Spya Sola Records, licenzia una compilation su 7” che racchiude in sé 5 espressioni Punk Rock cantate in italiano (si chiama Kidnapping e l’ho già recensita, anch’io preso dal fuoco di un nuovo entusiasmo, qui su IYE): un giorno questa piccola compilation sarà storia perché, a suo modo, avrà fatto la storia, raggruppando per la prima volta un nuovo modo di intendere il Punk Rock in italico idioma…) una delle quali è proprio la sua…

In questo EP di quattro tracce persiste nel suo viaggio Punk Rock, a metà strada tra Beat all’italiana, fascinazioni synth wave e tiro Garage Punk, testi sempre affogati nell’alcol e negli attacchi di panico.

Un vero cantautore, in sostanza: attuale, sia musicalmente che nel linguaggio, e sempre pronto a cambiare direzione per elevare sempre la capacità comunicativa di ciò che compone.

“Sai cosa faccio quando sono solo? Mi ubriaco!” solo con questa frase, che dà l’attacco all’iniziale “Quando sono solo”, rapida ammissione che svela, allo stesso tempo, sia un’intima disperazione che un’invincibile voglia di divertirsi, si potrebbe già alzarsi dalla sedia dell’ascoltatore ed esprimersi in un applauso da in quarto d’ora.

Garage Pop di matrice Lo-Fi, diretto e tirato dritto fino alla fine: una vera baldoria prima di essere coinvolti in Brillo Là, un pezzo coinvolgente, vera e propria hit estiva (giustamente licenziata d’inverno, perché, ok l’indole festaiola, ma prima di tutto viene la volontà di fare come ci pare e piace, totalmente incuranti dei meccanismi del mercato), da mandare a memoria e che la mente manda a memoria gioco forza:

ed è subito karaoke da doccia, coro da viaggio in macchina, comodo rifugio mentale per non sentire le dissertazioni insulse su politica e pallone da parte dei colleghi durante lo sgobbo.

Punk Mother è un bel Garage Punk dai ritmi e dalle armonie vocali serratissime; un attacco all’arma bianca ma pur sempre ironico ed istrionico. Una cosa che colpisce di Teo Wise, ascoltando questa sua Autoproduzione, è la capacità di coinvolgere l’ascoltatore nelle sue personalissime dissertazioni sulla vita, sugli affetti e sull’amore: disincantato ma pur sempre ferino.

Chiude l’intera faccenda la già edita (nella compilation in 7” di cui sopra) e meravigliosa “La Paura”: quel maledetto attacco di synth che pare rubato ad un disco dei Cult Of Youth e che prosegue in un Garage violento e ansioso ma, dal quale si ricava solo un gran piacere tanta è la sapienza in fase di scrittura;

questa capacità, più che lodevole, di far apparire ansia e stress in un formato Pop Lo-Fi che incanta e fa muovere le anche.

A dire la sincera verità questo singoletto non si conclude con “La Paura” ma con una traccia nascosta che, per amore di onestà, non vi descriverò: un po’ per rispetto dell’autore, e un po’ perché ve lo dovete comprare e scoprirlo da soli: Teo vale molto di più del prezzo di questo piccolo gioiello e vi invito a seguirlo con attenzione; chissà come si evolverà questo suo viaggio…

Teo Wise – C’è Polly Solo

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