iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Temple Of Void – Of Terror And The Supernatural

Basta ascoltare la dozzina di minuti in cui si esauriscono le due tracce iniziali per essere schiacciati in maniera inesorabile dal muro sonoro eretto dai Temple Of Void.

Temple Of Void – Of Terror And The Supernatural

Quando nell’estate del 2013 scovai in rete il demo d’esordio dei Temple Of Void, mi  sbilanciai sulle loro doti senza in effetti rischiare più di tanto, visto che per orecchie sufficientemente allenate all’ascolto di queste sonorità era piuttosto agevole intuire quali fossero le potenzialità del combo di Detroit.

Basta ascoltare la dozzina di minuti in cui si esauriscono le iniziali The Embalmer’s Art e Savage Howl per essere schiacciati in maniera inesorabile dal muro sonoro eretto dai nostri, inserito all’interno di un death-doom decisamente molto più orientato verso la prima componente ma capace ugualmente di rallentamenti mortiferi.
In effetti, la crescita esponenziale dei Temple Of Void è riscontrabile con la sola comparazione dei tre brani già presenti nel demo in questione (la terza traccia, Beyond the Ultimate, e le conclusive Exanimate Gaze e Bargain in Death) rispetto a quelli del tutto inediti: ebbene, questi ultimi hanno davvero un impatto superiore, per il quale è difficile trovare aggettivi che non siano roboanti, in virtù di un riffing granitico e di un growl che nulla ha da invidiare ai maestri del settore, come è quello esibito da Mike Erdody.
Beyond The Ultimate, forse la meno efficace tra le tracce già conosciute, pur risultando ugualmente di buona fattura, fa la figura del vaso di coccio schiacciata com’è tra le monolitiche Savage Howl e Invocation of Demise, quest’ultima però capace di regalare nella sua fase discendente riferimenti ai Paradise Lost (“As I Die”), a mio avviso tutt’altro che casuali se, alla fine, uno degli accostamento più naturali ed immediati per i ragazzi del Michigan sono i Vallenfyre, side project death-doom di Greg Mackintosh.
Non solo mazzate elargite a piene mani, comunque, sono quelle contenute in questo Of Terror And The Supernatural, come dimostra la pregevole parentesi acustica di To Carry This Corpse Evermore, che lascia spazio in seguito ad una più cadenzata e ragionata Rot In Solitude.
Le già conosciute Exanimate Gaze, trascinante nella sua seconda parte, e la lunga e composita Bargain In Death, con il suo finale affidato ad una chitarra dai toni più psichedelici, suggellano un lavoro superlativo da parte di una band per la quale l’unico interrogativo va posto sul tipo di strada che intenderà intraprendere in futuro: faranno meglio, i Temple Of Void, a mostrare il sound dai connotati più granitici di The Embalmer’s Art oppure quello più variegato di Bargain In Death ?
Entrambe le soluzioni hanno fornito esiti oltremodo positivi, risultando peraltro tra loro compatibili senza particolari forzature: nulla osta, quindi, a proseguire in questo modus operandi che potrebbe consentire in ogni caso alla band di ritagliarsi uno spazio importante nel settore.
Resta il fatto, però, che i primi dieci minuti di Of Terror And The Supernatural sono di quelli che andrebbero fatti ascoltare a chiunque necessiti di un’iniezione di pura adrenalina per affrontare e superare gli  ostacoli dei quali è costellata la vita di tutti i giorni …

Tracklist:
1.The Embalmer’s Art
2.Savage Howl
3.Beyond the Ultimate
4.Invocation of Demise
5.To Carry This Corpse Evermore
6.Rot in Solitude
7.Exanimate Gaze
8.Bargain in Death

Line-up:
Brent Satterly – Bass
Jason Pearce – Drums
Eric Blanchard – Guitars
Alex Awn – Guitars
Mike Erdody – Vocals

TEMPLE OF VOID – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
Nessun commento

Invia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Post Luctum – Seasons Greavings

Se dal punto di vista musicale l’ep risulta davvero efficace e vario, avvicinandosi in certi frangenti ai mai abbastanza lodati Daylight Dies, fondamentalmente appare più ritmato e incalzante rispetto ai quanto offerto dai Post Luctum nei due ottimi full length realizzati in precedenza.

Grey Skies Fallen – Molded by Broken Hands

I Grey Skies Fallen rispetto a molte altre band del settore possiedono una forte indole progressive e una spiccata propensione alla forma canzone, il che li rende tutto sommato abbastanza peculiari e meno inquadrabili.

Mood Hoover – Alone and Forgotten

Questo primo approdo al funeral da parte di Nre, fino ad oggi coinvolto soprattutto in progetti di matrice depressive black, testimonia quante e quali siano le affinità tra i due sottogeneri più laceranti e luttuosi del metal; Alone and Forgotten è il viatico ideale per rendere il nome Mood Hoover degno della massima attenzione nel prossimo futuro.

Shades of Deep Water – Cold Heart

Se nella ricca discografia dei Shades of Deep Water a prevalere è sempre stato un funeral doom atmosferico e alquanto evocativo allo stesso tempo, Cold Heart si rivela invece un lavoro che spiazzerà parzialmente chi si sarebbe atteso il logico seguito allo splendido Deluge Towards Its Close ma va detto che, comunque, il buon talento musicale del musicista finlandese pone tutto ciò in secondo piano.