dal 1999

Recensione : Tarlung – Tarlung

Mezz'ora di inesorabile ed affascinante litania sabbatica per l'infernale e magico esordio dei TarLung.

Tarlung – Tarlung

Un’entità cresce tra i boschi delle montagne austriache, avvolte dalla nebbia che avanza all’imbrunire, lenta ma inesorabile, stringendo in un abbraccio gelido la natura sottostante.

Attraverso le foreste, scende a valle nutrendosi di feroce malignità e alle prime avvisaglie di un’umanità indifferente alla sua esistenza, si scatena in una danza sabbatica colma di magia, portando con sé molte di quelle anime troppo deboli per non soccombere a cotanta forza occulta.
Tutto questo e di più risulta Tarlung, omonimo lavoro del trio Viennese dedito ad uno stoner/sludge/doom monolitico e magico, un trip feroce che conquista e ipnotizza all’istante, tramutando mezz’ora della nostra vita in una litania sabbatica, decantata da un growl bestiale e consegnandoci tra le mani un diamante di nero metallo cadenzato, lisergico e infernale.
La band è composta da Marian Waibl, picchiatore inesorabile sul drumkit, e dalle due asce Clemens “Rotten” e Philipp “Five” Seiler, che è anche l’orco dietro al microfono di questo esordio notevole, influenzato dai soliti nomi settantiani, Black Sabbath in primis, ma con un piede nel ventennio successivo.
Mountain King, Apeplanet e l’innarrivabile Black Forest regalano esempi clamorosi di musica del destino, un lento e inesorabile assalto portato dalla bestia che, lasciate le montagne, si appresta a pasteggiare con anime e sangue sulle note suonate dai tre demoni conosciuti come Tarlung.
Assolutamente da ascoltare questo bellissimo lavoro che, insieme a “Driftwoods” degli americani Pan, forma la coppia vincente dello stoner-doom underground di un 2014 ormai andato in archivio.

Tracklist:
1. Earth’s Hunger
2. Mountain King
3. Last Breath
4. C2
5. Apeplanet
6. Black Forest
7. Space Caravan

Line-up:
Marian Waibl – Drums
Rotten – Guitars
Philipp “Five” Seiler – Guitars, Vocals

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