iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Summit – Remnants

"Remnants" è il classico disco che ogni tanto bisogna ascoltare per ripulire la mente dalle brutture quotidiane e ritrovare un minimo di sintonia con il mondo circostante.

Summit – Remnants

Remnants è il classico disco che ogni tanto bisogna ascoltare per ripulire la mente dalle brutture quotidiane e ritrovare un minimo di sintonia con il mondo circostante.

Post metal strumentale? Ebbene sì, ma non solo. Questo primo lavoro dei Summit vive molto più di altre uscite omologhe di pulsioni ambient, speso collocate all’inizio dei brani che, in tal modo, si sviluppano in un lento crescendo simile ad una marea che stende lievemente il proprio liquido velo sulle terre emerse.
C’è molta melodia in quest’opera nella quale questi due musicisti lombardi esibiscono una sensibilità compositiva non comune. Le sole voci che appaiono sono frutto di campionamenti oppure si presentano sotto forma di vocalizzi che timidamente fanno capolino, come in Fields of Tulips in Pluto, lasciando agli strumenti tutto il proscenio, quasi timorose di intaccare la magia creata dalla musica.
Per una volta, infatti, non mi sentirete recriminare sulla mancanza di parti vocali vere e proprie:in questa specifica occasione sarebbero state del tutto superflue e proprio la loro presenza in dosi omeopatiche riesce a non squilibrare un quadro sonoro pressoché perfetto.
Remnants è un flusso emotivo che consente di mantenere quell’aura di serenità in grado di trascendere il tempo e lo spazio anche quando i suoni si increspano.
Questo Ep costituisce una perla rara e l’auspicio è che non siano pochi quelli in grado di coglierla: i Summit, alla fine, riescono in tale piccola impresa senza essere costretti reinventare la ruota o sperimentare chissà quali artifici sonori bensì, semplicemente, offrendo venticinque minuti di post metal/shoegaze delicato ed etereo.
Forse la conclusiva title track, in virtù di un sua maggiore robustezza, rischia a tratti di trasformarsi nel momento meno coinvolgente dell’intero lavoro, salvo poi riprendere nel finale il filo conduttore di un concept spaziale, primo passo di un viaggio nel cosmo che ci si augura lungo ed ulteriormente foriero di prove di questo livello per i due ragazzi dell’hinterland milanese.

Tracklist:
01.Adrift, Sideral Abysm
02.Fields of Tulips in Pluto
03.Remembrance is a Celestial Path
04.Remnants

Line-up:
Gabri – Guitars, Keys, Bass
Red – Bass, Keys

SUMMIT – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Amarok – Resilience

La cifra compositiva degli Amarok è piuttosto personale in quanto, rispetto al più canonico sludge doom, la band californiana non teme di rallentare i ritmi fino a sfiorare un’asfissia scongiurata dal mood atmosferico e melodico che pervade buona parte di un lavoro riuscito come Resilience.

Abysskvlt – mDzod Rum

Gli Abysskvlt, con mDzod Rum, propongono un’opera di grande spessore, sia dal punto di vista spirituale che strettamente musicale, ma non si può nascondere che tali sonorità siano principalmente rivolte a chi possiede un’indole incline alla meditazione.

Silent Vigil – Hope and Despair

Se in passato il sound traeva principalmente linfa dall’insegnamento dei Daylight Dies, tutto sommato Hope and Despair è un album che si muove in continuità con quello stile, che qui viene ulteriormente ribadito dando alla fine l’auspicato seguito, sia pure con il nuovo moniker Silent Vigil, alla brusca archiviazione degli Woccon avvenuta dieci anni fa.