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Recensione : Spina Bifida – Ziyadah

Una testimonianza godibile e non priva di spunti pregevoli i cui motivi di interesse, però, risiedono più nel suo valore storico che non in quello puramente qualitativo.

L’operazione di recupero di lavori del passato non può che essere accolta favorevolmente, soprattutto quando riguarda band che hanno rilasciato poche testimonianze discografiche nel corso della loro carriera.

È questo caso degli olandesi Spina Bifida, autori nel 1993 di questo Ziyadah, unica uscita su lunga distanza della band dopo il demo “Symphony of Indictment”, anch’esso incluso in questa riedizione a cura della Memento Mori.
Il doom-death della band di Tilburg mostra, nel bene e nel male, le caratteristiche peculiari del genere in quei primi anni ’90, periodo storico nel quale stava cominciando a fare breccia tra gli appassionati: suoni secchi, pochi fronzoli e concessioni minime ad aperture melodiche, tantomeno atmosferiche.
Questa è un’opera a posteriori sicuramente non priva di un certo fascino, ma che non mi trova affatto d’accordo con chi ne esalta i contenuti definendola fondamentale: non essendo, purtroppo, più di primo pelo, ho avuto l’opportunità di vivere da fan della prima ora la nascita della scena doom/death e, all’epoca della pubblicazione di Ziyadah, erano già usciti o stavano per vedere la luce altri lavori (questi sì fondamentali) quali “Gothic” (Paradise Lost), “Turn Loose The Swans” (My Dying Bride), “Serenades” (Anathema), “The Astral Sleep” (Tiamat), “Last One On Earth” (Asphyx) e “Dance Of December Souls” (Katatonia), e mi fermo qui ma ne potrei citare almeno altrettanti.
Con questa puntualizzazione non intendo affatto sminuire quanto fatto dagli olandesi vent’anni fa, che resta comunque una testimonianza godibile e non priva di spunti pregevoli, ma ribadisco che i motivi di interesse, almeno per quanto mi riguarda, risiedono più nel suo valore storico che non in quello puramente qualitativo.
Se proprio ci tenete a recuperare qualche grande album death/doom pubblicato in quell’epoca da band poi finite nell’oblio, come accaduto agli Spina Bifida, allora segnatevi anche questi : “Hope Finally Died…” degli inglesi Decomposed e “Hatred And Disgust” degli statunitensi Sorrow, entrambi perlomeno un gradino al di sopra del dignitosissimo Ziyadah.

Tracklist:
1. Intro
2. Witchfire
3. Reverse
4. Purest Queen
5. Individual
6. Aimless
7. Götterdämmerung
8. Verdict
9. Die
10. Outro
11. Witchfire (Symphony of Indictment)
12. Verdict (Symphony of Indictment)
13. Die (Symphony of Indictment)
14. Purest Queen (Symphony of Indictment)

Line-up:
Veronika – Bass
Gerard – Drums
Rob – Guitars
Harrie van Erp – Guitars
Werner – Vocals

SPINA BIFIDA – Facebook

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