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Recensione : Snakeyes – Ultimate Sin

Ultimate Sin è da ascoltare e riascoltare fino allo sfinimento, perfetta risposta a chi insiste nel considerare l'heavy metal classico un genere ormai obsoleto o addirittura morto

Un missile terra aria con la scritta heavy metal sulla fiancata è stato lanciato sulle nostre teste dagli Snakeyes, band spagnola all’esordio con Ultimate Sin, un concentrato di nitroglicerina direttamente dagli anni ottanta che, come un virus, contamina questo nuovo millennio musicale in parte addormentato e svilito, ma curato con terapie d’urto da un dottore borchiato che di nome fa metal classico.

La band proveniente dall’Andalusia si è formata due anni fa e all’attivo ha un ep dal titolo “Welcome to the Snake Pit”; nato intorno a tre ex componenti degli Sphinx , Josè Pineda (basso e chitarra), Carlos Delgado (batteria) e Justi Bala (chitarra), e completata da Cosmin Aionita al microfono, il gruppo con Ultimate Sin si candida a nuova realtà del metal tradizionale, con un lotto di canzoni forgiate nel sacro fuoco del genere interpretate alla grande dal vocalist, colmo di riferimenti alle band storiche, ma elevato ad album immancabile per ogni defender che si rispetti da un songwriting in stato di grazia.
Ultimate Sin è stato prodotto e mixato da Pineda e registrato presso i studio Area 51 di Cadiz: il lavoro in consolle rende ogni brano esplosivo e i suoni ne escono puliti, rendendo l’album un prodotto al top (copertina inclusa).
Non un attimo di tregua, gli Snakeyes sono qui per picchiare, aggredire, distruggere, sotto i micidiali riff delle due asce; le ritmiche forsennate ed una prova al microfono da applausi rendono le camzoni il perfetto manuale d’istruzioni di come si suona l’heavy metal classico.
I Judas Priest, su tutti, sono il primo gruppo che all’ascolto di brani come Demon in Your Mind , Denied e Blood of the Dammed diviene il riferimento per analizzare il sound della band, e se si parla della band di Rob Halford, non si può prescindere dai Primal Fear, che ne sono figli più che legittimi e a cui gi Snakeyes devono non poco.
Poi, come d’incanto, appena ripresici dagli uno due in pieno volto della prima metà del disco, ecco che Rise of the Triad e Time of Dismay torturano scaraventandoci dentro la vergine di ferro: gli accordi iniziali sono come le punte del famoso strumento di tortura, entrano come lame nel burro nelle nostre carni, per poi seviziarci tornando a ruggire come la band di Ralph Scheepers.
Non una nota fuori posto, neanche un brano che non sia travolgente, Ultimate Sin è da ascoltare e riascoltare fino allo sfinimento, perfetta risposta a chi insiste nel considerare l’heavy metal classico un genere ormai obsoleto o addirittura morto: occhio allo sguardo ammaliante e ipnotico del serpente, potrebbe mordervi.

Tracklist:
1.Demon In Your Mind
2. Denied
3. Shadow Warriors
4. Black and White
5. Blood of The Damned
6. Rise of The Triad
7. Time of Dismay
8. Ultimate Sin
9. Snake Pit
10. Down with The Devil
11. The Cross is a Lie

Line-up:
José Pineda – Bass, Guitars
Carlos Delgado – Drums
Justi Bala – Guitars
Cosmin Aionita – Vocals

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