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Recensione : Sir Petrol Evil design

Sir Petrol Evil design, un debutto molto notevole, un viaggio diverso e frastagliato, mai scontato e sempre bellissimo, dentro di noi e dentro il sé.

Un debutto molto notevole, un viaggio diverso e frastagliato, mai scontato e sempre bellissimo, dentro di noi e dentro il sé.

Sir Petrol è il nuovo progetto musicale dell’artista emiliana Rebecca Magri, già in gruppi come Upupayāma, Kaptain Preemo, Ayahuasca e collaborazioni con gruppi come Tin Woodman e artisti di stampo internazionale come Boris Williams (The Cure) o Cristiano Godano (Marlene Kuntz). “Evil design” è il disco di debutto del progetto fondato a metà 2024, ed esce per Elefante Records. Questa scoperta è una boccata di ossigeno per il panorama indipendente italiano, spazia dal rock al pop oscuro, elettronica e altri generi per concorrere alla produzione di un disco differente e con uno spirito che va ben oltre i nostri giorni connotati da un pesante grigiore artistico.

Di questi tempi tantissimi artisti si rifugiano nella loro zona confortevole e fanno musica che gli regali like e molti streaming, mentre qui Rebecca punta a fare un prodotto di qualità e di musica con una direzione ed un senso organico. L’artista parmigiana si lancia in vari universi musicali creandone anche uno proprio, un pop elettro rock tenebroso, sensuale e profondo, potente ed evocativo, un qualcosa di difficile catalogazione che mancava in Italia.

Il disco è un viaggio psicanalitico dentro l’anima di Rebecca e dentro le dinamiche che viviamo in questa epoca al termine della storia, dentro possiamo trovarci tante cose, possiamo vivere ed ascoltare tante situazioni. Il cantato in inglese di Rebecca è davvero incisivo, le canzoni sono scritte in una maniera incredibile, hanno un incedere al contempo possente ed etereo, e tutto ruota intorno alla voce di Rebecca, artista davvero poco comune alle nostre latitudini.

Gli immaginari che scaturiscono da “Evil design” sono diversi, si passa da un mondo swingin’ London, alle dipendenze e agli abusi degli anni novanta, indie pop anni duemila, o un pop che parte dagli anni settanta per arrivare al futuro prossimo. Il lavoro di esordio di Sir Petrol è sempre coinvolgente e riesce a mostrare la musica di qualità da angolazioni diverse, scoprendo sempre qualcosa di nuovo.

La produzione e la registrazione di Gabriel Medina è un valore aggiunto notevole, i suoni sono davvero quasi perfetti e il disegno sonoro di questo disco calza perfettamente Rebecca. Tra le varie collaborazioni del disco c’è anche quella di Roberto Dellera già Afterhours e The Winstons.

Un debutto molto notevole, un viaggio diverso e frastagliato, mai scontato e sempre bellissimo, dentro di noi e dentro il sé. il sé.

Sir Petrol Evil design

 

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