iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Self – Evident – We Built A Fortress On Short Notice

I dieci brani di questo We Built A Fortress On Short Notice, scorrono via in un attimo grazie all'alto livello qualitativo e alla forte componente emotiva che li caratteriz

Self – Evident – We Built A Fortress On Short Notice

In vista del loro imminente tour europeo, gli americani Self-Evident (Tom Berg, Conrad Mach, Ben Johnston) hanno deciso di promuovere il loro sesto album anche da queste parti. Il disco, ufficialmente pubblicato nel 2012, sarebbe il seguito del non proprio eccezionale “Endings” (recensito qui nel 2011). Il salto qualitativo che separa i due lavori, però, è assolutamente notevole: i dieci brani di questo We Built A Fortress On A Short Notice, infatti, scaldano il cuore fin dal primo istante grazie all’ azzeccatissima miscela di math rock, post rock e emo ’90.

Le corpose note di basso di Rumors, accompagnate da chitarra, voce e batteria, aprono il disco con un limpido incrociarsi di energia e melodie, mentre il sound grasso e deciso di Our Condition, guidato, allo stesso tempo, da rabbia e malinconia, introduce il ragionato procedere di Half Bicycle (più fluido e corposo nella seconda metà). Le pensierose chitarre di Bartertown, invece, liquide e pacifiche come l’acqua del mare, accarezzano con la loro piacevole carica emotiva, lasciando che a seguire siano l’avvolgente espandersi di In Cowardice e i nervosismi, in parte placati, della più ruvida Not Literally. The Ones That We Live Without, partendo semplice, conclude con ampie dosi di elettricità e di disordine ordinato, introducendo l’ampia apertura strumentale della morbida Cloudless e lo spirito altalenante della gustosa Steve Stevens. We Built A Fortress On Short Notice, infine, chiude l’album mettendo in luce sia l’anima più pacata che quella più energica della band.

I dieci brani di questo We Built A Fortress On Short Notice, scorrono via in un attimo grazie all’alto livello qualitativo e alla forte componente emotiva che li caratterizzano. Il passo in avanti rispetto a “Endings” è decisamente ampio. Quanto proposto, infatti, combinando intelligentemente melodia, attitudine math e voglia di un sound energico, non può che convincere e far innamorare. Un felice ritorno.

TRACKLIST
01. Rumors
02. Our Condition
03. Half Bicycle
04. Bartertown
05. In Cowardice
06. Not Literally
07. The Ones That We Live Without
08. Cloudless
09. Steve Stevens
10. We Built A Fortress On Short Notice

LINE-UP
Tom Berg
Conrad Mach
Ben Johnston

URL Facebook
https://www.facebook.com/selfevidentband/?fref=ts

 

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Liede – Stare Bravi

L’intero disco, escluso qualche piccolo momento di fiacca, si fa notare per la buona qualità complessiva e per la presenza di almeno un paio di fiori all’occhiello

Phidge – Paris

Un disco per nostalgici, forse, ma di quelli ben fatti e in grado di mantenere una propria personalità

Psiker – Maximo

Con questi dieci brani, Psiker costruisce un ampio e personale tributo all’elettro pop italiano di fine anni ’90