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Recensione : Saturnine – Mors Vocat

Un album davvero ottimo e che, tutto sommato, rappresenta solo l'inizio di un percorso che si preannuncia di estremo interesse per i doomsters più attenti.

Full length d’esordio per la doom band italiana al femminile Saturnine, della quale abbiano già avuto modo di parlare in occasione dell’omonimo Ep dell 2012.

Mors Vocat è il disco che dovrebbe spazzare via qualsiasi dubbio (ammesso che ce ne fossero) sull’effettivo valore delle ragazze italiane.
L’album non fa sconti dal punto di vista dell’impatto, visto che le Saturnine proseguono il loro percorso fatto di un approccio diretto e con spazi limitati per le soluzioni melodiche: l’elemento doom che domina ovviamente il sound trova il suo contrappeso in un attitudine quasi punk, per cui il disco, contrariamente alle abitudini del genere, si rivela molto più cattivo, amaramente rabbioso, piuttosto che malinconicamente ripiegato su se stesso.
La voce vetriolica di Laura (oggi fuori dalla band e rimpiazzata dalla belga Katrien) è del tutto priva di ogni variazione, rivolta com’è a riversare su un mondo ostile tutta la propria dolorosa riprovazione, ma l’intensità dell’interpretazione compensa ampiamente questo teorico limite
Rispetto all’Ep si apprezza un incremento delle parti di chitarra solista, momenti che ad ogni buon conto rifuggono ogni velleità di virtuosismo privilegiando piuttosto l’impatto e fornendo ai singoli brani una qualche impronta di riferimento
Già, perché la monolicità del lavoro finisce per essere alla lunga qualcosa con cui fare i conti , specie per chi con il doom non ha un feeling eccessivo o rapporti del tutto occasionali.
Nonostante (o forse anche per) questo, Mors Vocat è un gran bel disco che, probabilmente, dal vivo dovrebbe rendere ancora meglio; peccato, a tale proposito, solo per due date ad aprile date il suolo italico.
Un doom essenziale e diretto, decisamente poco femminile se con tale termine volessimo banalmente evocare qualcosa di particolarmente delicato, che vede gli esempi migliori in Bones And Regrets, grazie alle aperture melodiche di fine brano, e Crimson Sand, intensa e rocciosa, dove le nostre vanno a fare concorrenza ai migliori Doomraiser.
Un album davvero ottimo e che, tutto sommato, rappresenta solo all’inizio di un percorso che si preannuncia di estremo interesse per i doomsters più attenti.

Tracklist:
1. Mors Vocat
2. Moloch
3. Fangs In the Flesh
4. Crimson Sand
5. Empire of Guilt
6. Bones and Regrets
7. Escape From Reality

Line-up:
Jex – Bass
Angelica – Drums
Giulia – Guitars
Samantha – Guitars
Katrien – Vocals

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