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Recensione : Ragestorm – The Thin Line Between Hope And Ruin

Purtroppo con un pò di ritardo rispetto alla sua uscita ci troviamo a parlare di questo sorprendente monolite di death/thrash moderno, nonché primo full-length dei valdostani Ragestorm

Ragestorm – The Thin Line Between Hope And Ruin

Purtroppo con un pò di ritardo rispetto alla sua uscita ci troviamo a parlare di questo sorprendente monolite di death/thrash moderno, nonché primo full-length dei valdostani Ragestorm, attivi da una decina d’anni ed con una una manciata di Ep alle spalle.

The Thin Line Between Hope And Ruin fa propri tre brani dell’ultimo di questi, “The Meatgrinder Manifesto”, ed espande a livello concettuale le visioni apocalittiche del combo.
A metà tra “The Wall” e “1984”, il gruppo valdostano racconta di una società nella quale ormai l’uomo è schiavo, carne da macello, lobotomizzato e attirato da uno schermo che porta inevitabilmente alla morte, stritolato dagli ingranaggi: senza neppure rendersene conto l’umanità si autodistrugge, manipolata da banchieri, religiosi e politici (siamo proprio sicuri che sia solo fantascienza …. ?).
Concept affascinante, che va a braccetto con un death/thrash robusto, pregno di groove, moderno ma lontano dai ritmi “core”, piuttosto semmai molto scandinavo (non a caso la band è salita fino ai Finnvox per farsi mixare il Lavoro da Mika Jussila), ben bilanciato da sfuriate thrash slayerane di ottima fattura.
I musicisti ci sanno fare e, pur essendo abbastanza lungo, l’album tiene botta proponendo brani vari, con passaggi strumentali degni di nota, un cantato in growl (Marke) potente e in linea con le produzioni moderne, mai troppo brutale, una sezione ritmica precisa e potente (Bonny alle pelli e Kolla al basso e alla seconda voce) e un gran lavoro delle due asce, che tengono alta la tensione con una prestazione rimarchevole sia nelle ritmiche sia nei solos che, a tratti, sfiorano melodie vicine al metal classico (Tele alla solista e Rufio alla ritmica).
Un disco maturo, che mostra picchi di assoluta eccellenza nei quali, tra belligeranza e disperazione, aleggia un’atmosfera drammatica che ben si addice al concept; ma, al di là del contenuto lirico, sono canzoni come The Meatgrinder Theory, Idiocracy, la title-track ed la magnifica Soldiers of a Lost War, che rendono  The Thin Line Between Hope And Ruin un album da ascoltare e riascoltare.
Consigliato a tutti gli amanti del genere ma  anche a chi, ogni tanto, si concede qualche escursione dal metal classico a quello estremo.

Tracklist:
1. The Meatgrinder Theory
2. Debt Ritual
3. Polysilicotetrapropryvinylfluorethalene
4. Moloch
5. Idiocracy
6. Acid Tears
7. Interlude: Hari Seldon’s Speech
8. The Thin Line Between Hope and Ruin
9. Soldiers of a Lost War
10. New World Disorder
11. Reaching the Impossible

Line-up:
Kolla – Bass, Vocals
Bonny – Drums
Tele – Guitars (lead)
Rufio – Guitars (rhythm)
Marke – Vocals

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