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Recensione : Raffaele Attanasio – No Thought Control

Una prova importante per il producer campano Raffaele Attanasio, il debutto su lunga distanza, una raccolta di tracce incendiarie che prende il nome di No Thought Control.

Raffaele Attanasio – No Thought Control

L’artista classe 1987, già ben noto in ambito techno, si butta a capofitto nel plasmare una raccolta corposa e d’impatto, cupa e oscura come la copertina, in uscita per la spagnola Non Series, l’etichetta di Psyk, perchè si sa, in quanto a techno italiani e spagnoli si assomigliano.

No Thought Control è un’autostrada, piuttosto dritta, con sette svincoli che corrispondono alle tracce confezionate da Raffaele, sette punti di vista per abbracciare diverse sfumature della materia, che è una, è techno tosta e cattiva. E così, senza controllo, come i pensieri che scorrono nella testa dell’artista nostrano, questa raccolta non vuole prenderci per mano lungo esplorazioni spaziali in più dimensioni secondo un unico filo conduttore, bensì rimane nel concreto, legato al lato più fisico del genere: picchiare come un fabbro, muovere la gente.
Raffaele va “dritto” per questa strada, al galoppo con la sua cassa, sfornando colate di metallo liquido e battiti violenti. Passo dopo passo i pensieri fuori controllo riescono a generare un prisma di sette lati, tu No Thought Control portatelo dietro, e non mancheranno le possibilità di trovare l’ingrediente giusto per vari tipi di dancefloors, la cui ricetta però sia sempre, e questo sia ben inteso, a base di un suono che prenda a badilate.
Non mancano inoltre i riferimenti per il nostro Raffaele, dagli assalti di Dettmann, Sims e del Pole Group, all’impatto di Shed, e altro ancora…

Si parte subito forte con Envlp, traccia incendiaria e battente, ma vediamo subito come Raffaele voglia alternare i registri tra una traccia e l’altra, rallentando il ritmo con Unchained, introducendo un po’ più di atmosfera ma senza rinunciare ad una cassa che si faccia sentire, a mio avviso qui un po’ troppo fragorosa perchè va un po’ a coprire il resto.
Storm è una delle tracce che ho trovato più intriganti, per la sua costruzione in climax partendo da atmosfere fumose e misteriose, prima che faccia irruzione quel suono ansiogeno e tagliente come una lama. Wrszw è un pezzo davvero tosto, un’imponente e potente cavalcata techno, un martello gigante che batte nelle fucine del fabbro di Nocera Superiore, o un cuore che pulsa forte per pompare alle gambe tutto il sangue che serve per scatenarsi nella notte. Quindi troviamo OTR, buona traccia che vede la cassa prendersi mezza di ferie e lasciare un po’ di spazio anche agli altri. I kicks di The Woman ci avvicinano verso la conclusione, sempre al galoppo, sempre con quel suono che dalla Campania punta un cannocchiale lunghissimo verso la notte berlinese, e con l’aggiunta di qualche dettaglio preso in prestito da una techno più deep & dub, ma impiantato su una battuta decisamente più da calci in culo.
Per completare il ventaglio delle sfumature, ultimo dei lati di questo prisma, giunge ultima ma non ultima, X-303, provate a indovinare cosa manca? La risposta è acid, roba tosta questo pezzo, l’ultimo schiaffone prima di acquietarsi per la buonanotte.

Per quanto io personalmente preferisca le divagazioni spaziali tipiche del lato più astratto e mentale del genere, rispetto alla compattezza e potenza della techno d’assalto, mi sento tranquillissimo nel dire che Raffaele sa trattare sapientemente la materia e ci dà prova del suo ormai indiscusso valore, dando luce ad uno dei più oscuri e validi prodotti su lunga distanza techno del 2013.

Tracklist:
A1. ENVLP
A2. Unchained
B1. Storm
C1. Wrszw
C2. OTR
D1. The Woman
D2. X-303

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