Ci sarà stata una cappa di oscurantismo dovuta al regime militare del generale Medici oppure ci sarà stata un’attesa febbrile per i mondiali di calcio dell’anno a venire, nei quali i verdeoro avrebbero stritolato la nostra nazionale? Oppure una cosa poteva mediare l’altra rendendo il tutto apparentemente meno amaro?
E, soprattutto, visto che è pur sempre di musica che stiamo parlando, da dove avrà tratto ispirazione, in tempi così pionieristici, la band in oggetto?
E già, perché in questi quattro pezzi ci sono davvero un sacco di modelli diversi tanto da lasciare davvero sorpresi e da considerare come la gioventù, non solo in Brasile sia chiaro, quando si tratta di creatività non è mai in difetto.
Ma parliamone più diffusamente delle quattro canzoni succitate: si comincia con De Repente, contraddistinta da una psichedelia eterea che sfocia spesso nel folk più ispirato, segue Apolo, un pezzo che potremo definire lounge e per il quale una band come i Pizzicato Five, a distanza di 30 anni, avrebbe ucciso pur di poter comporre.
Si gira lato e si trova Viagem No Tempo che sembra essere uno di quegli splendidi pezzi che sorreggevano i film di quegli anni, tanto bello che poco o nulla ha da invidiare a quelli composti dai maestri italiani di quegli anni (un po’ di sano sciovinismo ogni tanto ci sta!); chiude O Tempo Nao Espera che è puro freakbeat condito in salsa sudamericana, e voi mi direte:cazzo scrivi? E io vi risponderei:scrivete una bella mail alla Groovie Records, fate vostro questo 7″ e capirete.
Tra l’altro, quando lo avrete fra le mani, oltre a far vostro un oggetto davvero molto bello e curato, potrete ammirare la straordinaria bellezza sixties dei componenti della band.