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Recensione : Purity Ring

“Purity Ring”, il nuovo album di Megan James e Corin Roddick: un ritorno alle origini synth-pop tra ricordi digitali, malinconia e rinascita elettronica.

Purity Ring

C’è un suono che appartiene a un tempo preciso, ma che non invecchia mai. È quello dei Purity Ring, di Grimes, dei Crystal Castles, di tutte quelle notti tra il 2009 e il 2012 in cui internet sembrava un posto segreto e magico.

Un’epoca in cui ballavi da sola davanti allo schermo, in un’eco di luci al neon e glitch emozionali.

Con il loro nuovo e omonimo album, “Purity Ring”, Megan James e Corin Roddick tornano a suonare come se il tempo si fosse piegato su sé stesso — consegnandoci sonorità che sembrano un’eco di sensazioni passate, ma attuali.

Come se avessero riscritto la colonna sonora di Skins dopo dieci anni, immaginando Effy e Cassie ormai adulte e alle prese con una quotidianità piena di stimoli artificiali e precarietà.

Distribuito da Secretly Distribution e The Fellowship, ma auto-prodotto e auto-pubblicato sulla loro pagina Bandcamp, il disco è un manifesto di indipendenza: un gesto di libertà artistica che riconnette i Purity Ring alle proprie radici DIY.

La merch community del gruppo ne è una prova vivissima: tra vinili deluxe, artwork di Mike Sunday e commenti di ascoltatori che sembrano lettere d’amore, si respira un’energia rara, intima, da vecchio forum di musica elettronica. È come tornare su Tumblr e trovare che il tuo post preferito non è mai sparito.

L’album — il quarto della loro carriera — è pensato come la colonna sonora di un RPG immaginario, ispirato a Final Fantasy X e Nier Automata. Dentro ci sono due personaggi, alter ego digitali di Megan e Corin, che si muovono tra rovine e frammenti di un mondo distrutto, cercando di costruirne uno nuovo, più gentile e più umano.

“Relict” apre il gioco: synth taglienti, battiti sospesi, un respiro che sembra provenire da una memoria spezzata. Poi arriva “Many Lives”, la canzone che tutti i fan citano come preferita — una piccola perla di equilibri perfetti, dove la voce di Megan, sempre eterea ma a suo modo graffiante, si muove sopra una base che ricorda la malinconia sincera dei Crystal Castles di Celestica.

“Part II” è uno spazio vuoto, una pausa nella tempesta; “Place on My Own” invece scivola verso il dancefloor, un brano che potrebbe suonare in una scena di Skins — magari quella in cui Freddie e Effy si guardano da lontano sotto le luci del club, incapaci di parlarsi. È quella stessa miscela di desiderio e distacco che i Purity Ring riescono a evocare con pochi suoni, con una cura quasi cinematografica.

Nel cuore del disco, brani come “Red the Sunrise”, “Memory Ruins”, “Mistral” e “The Long Night” costruiscono un percorso emotivo che alterna caos e quiete, rovine e rinascite. Corin Roddick esplora un arsenale sonoro da vero artigiano: synth digitali vintage, chitarre classiche, pan flute, breakbeat, vocoder spettrali. Tutto suona organico.

“Imanocean” è forse il momento più intenso del disco: un’onda di emozione pura, come un ricordo che ti investe all’improvviso. È un brano che non si limita a suonare — ti attraversa. “Between You and Shadows” conferma quella tensione emotiva, costruendo un paesaggio sonoro che sembra nato da un frammento di sogno di Megan James.

Verso la fine, “Mj Odyssey” accompagna l’ascoltatore con delicatezza e nostalgia, mentre “Glacier::in memory of RS::” chiude tutto l’album come una lettera non spedita: malinconica, limpida, bellissima. Sembra quasi un addio scritto su VHS, un frammento di memoria che si scioglie nei colori anni ’80.

Ma la vera magia di “Purity Ring” è che non suona come un revival: è una rinascita consapevole. È il suono di chi sa da dove viene, ma non ha più bisogno di gridarlo. Un viaggio che unisce Skins, Crystal Castles e Imogen Heap in un unico universo sonoro dove i sogni non muoiono, ma si evolvono.

In un’epoca in cui tutto è algoritmico e prevedibile, “Purity Ring” è un atto di fede nel mistero. Un disco che non ha bisogno di hype né di trend — solo di ascoltatori disposti a perdersi per un’ora in un mondo immaginario fatto di pixel, poesia e luce artificiale.

Ps. Per gli, oramai, millennials avanzati un piccolo consiglio: indossate un paio di cuffiette e ascoltate “Imanocean” sotto la pioggia, aspettando che lentamente il mondo intorno torni a ricomporsi, proprio come succedeva quindici anni fa.

Purity Ring

Artista: Purity Ring (Megan James e Corin Roddick)
Album: Purity Ring (omonimo)
Data di uscita: 26 settembre 2025
Etichetta: The Fellowship
Distribuzione: Secretly Distribution

Purity Ring tracklist

  1. Relict2:59
  2. Many Lives3:01
  3. Part II1:42
  4. Place of My Own3:00
  5. Red the Sunrise3:15
  6. Memory Ruins2:59
  7. Mistral0:44
  8. The Long Night4:17
  9. ImanOcean3:37
  10. Between You and Shadows3:07
  11. MJ Odyssey1:42
  12. Broken Well2:46
  13. Glacier ::In Memory of RS::3:25

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