(Go down rec.#37)Quando si parla di blues solitamente si scontrano due scuole di pensiero:la prima,quella dei tradizionalisti,è indissolubilmente legata al suono primordiale e crede che oltre nulla di buono sia mai stato prodotto,la seconda invece pensa che a quel suono possano essere fatte delle aggiunte o delle migliorie è persuasa insomma che se Robert Johnson avesse avuto la strumentazione di Jon Spencer avrebbe spaccato i muri.
E’ inutile dire che io,e penso anche i Poison Deluxe,apparteniamo alla seconda.
Sia ben chiaro “The dead tree blues” non vive di solo blues,ma a ciò aggiunge calibrate dosi di swing,psychedelia barrettiana e sixties-sound del più variegato.
Per chiarirvi meglio ciò che andrete ascoltando accostandovi a questo disco citerò alcuni fra i miei pezzi preferiti: “Keep on run” e “My latest dreams” sono stralunate suite psychedeliche con l’unico diffetto di essere un pò troppo lunghe, su “Old memories” potrebbero cantare un Caposela o,ancor meglio, un Tom Waits,”A long way” ricorda i primi Pink Floyd (eccolo aleggiare il fantasma del grande Syd) o i Dukes of stratosphear e “P. Skunk” è costruita su di un tappetto tastieristico degno del miglior Booker T. Ottima la voce,non propriamente bella,ma molto particolare,e graditissimi,almeno da chi scrive,gli inserti di tastiera,mai troppo invasivi,ma anzi sempre calibrati ed utilizzati nei giusti frangenti.
Non negate un attento ascolto ai Poison Deluxe potrebbero positivamente stupirvi.
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