La storia dei Pentagram è così lunga e complessa che non basterebbe un libro per poterla raccontare in modo esauriente, basti sapere quindi che Bobby Liebling è più o meno in pista da oltre quarant’anni con la sua band, tra alterne fortune, cambi di nome e di line-up, distacchi, ritorni e problemi assortiti.
Diciamo anche che, volendo esemplificare al massimo, la band della capitale statunitense può essere considerata a tutti gli effetti come la risposta americana ai Black Sabbath, sia per la contemporaneità cronologica sia per l’impronta stilistica che affonda nel doom, pur con le opportune venature heavy metal e hard rock caratteristica della scena a stelle e strisce.
Ovviamente la fama dei nostri non è paragonabile a quella della band di Toni Iommi, se non per la qualità della discografia sicuramente per una carriera con troppi altri e bassi strettamente connessi allo stato di salute psicofisica di Liebling.
Oggi il mitico vocalist sembra essere sceso a patti, si spera definitivamente, con i propri fantasmi e questo nuovo Curious Volume, che arriva a quattro anni da “Last Rites” e pochi mesi dopo il DVD celebrativo “All Your Sins: Video Vault”, lo dimostra presentandocelo in ottima forma: il lavoro indulge meno nelle sonorità plumbee tipiche della musica del destino ma attinge invece a piene mani alla corrosiva vena hard rock che è sempre stata ben presente nei Pentagram, ma forse mai così esplicitamente esibita.
Il connubio tra Liebling e Griffin qui funziona alla perfezione: i due attempati musicisti, coadiuvati dagli ottimi Greg Turley al basso e da “Minnesota” Pete Campbell alla batteria, portano a scuola diverse generazioni di rockettari; gli undici brani sono altrettante travolgenti stilettate in cui il chitarrista elargisce a piene mani riff e assoli che profumano di una classe antica ma incorrotta, mentre il cantante interpreta da par suo ogni brano prendendosi gioco delle sue oltre sessanta (e intensamente vissute) primavere.
Curious Volume è, alla fine, una sorta di compendio di tutto ciò che il metal ed il rock hanno saputo regalare negli ultimi quattro decenni, offerto per di più da chi, alla scrittura di questa meravigliosa storia, ha offerto un suo fondamentale contributo.
Vi risparmio la descrizione track by track dicendovi solo che per una quarantina di minuti batterete il piede e oscillerete il capoccione piacevolmente immersi in sonorità così autenticamente vintage da apparire attuali come non mai; cito come mie tracce preferite The Tempter Push, Walk Alone, Close The Casket e Because I Made It, ma garantisco anche sulla qualità del resto della tracklist.
A fronte di ritorni improbabili di band imbolsite e francamente ormai superflue, i Pentagram danno un segnale di vita forte e chiaro, e per certi versi inatteso, comunicando a tutti l’intenzione di camminare al nostro fianco ancora per molto tempo.
Tracklist:
1. Lay Down and Die
2. The Tempter Push
3. Dead Bury Dead
4. Earth Flight
5. Walk Alone
6. Curious Volume
7. Misunderstood
8. Close the Casket
9. Sufferin’
10. Devil’s Playground
11. Because I Made It
Line-up:
Bobby Liebling – Vocals
Victor Griffin -Guitars
Greg Turley – Bass
“Minnesota” Pete Campbell – Drums