Direi che in America và forte il dream pop, e ascoltando i Papercuts ne siamo certi più che mai. Pop costruito perfettamente, melodie eteree che confermano il leader Jason Quever come songwriter di ottimo valore. Gusto retrò, suoni che assomigliano molto ai Raveonettes, con raffinatezze assortite. Non spicca un brano su tutti, è necessario l’ascolto nella vostra cameretta, con qualche malinconia da scontare, pensando a tutte quelle che non ve l’hanno mai data, e che molto probabilmente non ve la daranno mai.
Ma questo dolce miele saprà leccare le vostre ferite, con questo suono ambizioso e adolescenziale al tempo stesso. Da notare anche l’evoluzione che ha fatto la Sub Pop, dal grunge e dal noise, al pop di classe e oltre, in un continuo rinnovarsi senza mai perdere di vista la validità delle proprie uscite, più che il lato commerciale.
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