L’instancabile Rogga Johansson è reduce da un altra ottima prova, risalente allo scorso anno, con i The Grotesquery con i quali, grazie alla compartecipazione di Kam Lee, esplorava anche a livello lirico il lato più orrorifico del death; in questa occasione, oltre ai suoi taglienti riff ci gratifica anche di un growl profondo quanto convincente, dimostrando che i Paganizer sono fondamentalmente la “sua” band, nonostante la miriade di altri progetti che lo vedono coinvolto.
World Lobotomy si fa apprezzare per il senso di coesione tra i musicisti che traspare dalle note, agevolato in tal senso dal fatto, non così scontato, che tre quarti della band facevano parte della line-up che incise il demo d’esordio nell’ormai lontano 1998.
I quaranta minuti di aggressione sonora risultano così tutt’altro che stantii, seppure devoti ad un sound che a qualcuno potrà apparire sorpassato; per assurdo brani devastanti come la title-track, la “carcassiana” You Call It Deviance o Hunt Eat Repeat, solo per citarne alcuni, risultano piacevolmente freschi nonostante provengano da molto lontano, a livello di attitudine e di ispirazione; nessuna concessione a tentazioni moderniste, nessun rallentamento, nessuno scampolo di facili melodie, il tutto supportato da una produzione adeguata.
Il classico disco che non cambierà il corso della storia ma del quale i cuori metallici, magari un po’ più datati come il mio, hanno sempre dannatamente bisogno …
Tracklist :
1. Prelude to the Lobotomy
2. World Lobotomy
3. The Sky on Fire
4. Mass of Parasites
5. As Blood Grows Cold
6. Ödeläggaren
7. You Call It Deviance
8. As the Maggots Gather
9. Trail of Human Decay
10. The Drowners
11. The Last Chapter
12. Hunt Eat Repeat
Line-up :
Jocke Ringdahl – Drums
Andreas ‘Dea’ Carlsson – Guitars
Rogga Johansson – Vocals, Guitars
Dennis Blomberg – Bass