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Recensione : Overtures – Artifacts

Una proposta che accontenta i fans del prog metal, per tecnica esecutiva e passaggi mai banali, ma non manca di ammiccare agli amanti dei suoni power, grazie a cavalcatein cui predomina un'ottima vena melodica.

Power prog metal ad alto voltaggio quello proposto ancora una volta dai friulani Overtures, partiti come classica band power ed ora arrivati a toccare lidi progressivi con ottimi risultati.

Il nuovo lavoro, masterizzato in Germania ai Gate Studios, tra le cui mura ha lavorato gente del calibro di Avantasia, Edguy ed Epica è un buon esempio di prog metal vario, molto melodico, a tratti dal piglio drammatico, il che avvicina non poco la band nostrana ai maestri Symphony X, anche se gli Overtures usano molto bene l’arma della melodia e delle ritmiche hard rock, riuscendo a rendere il proprio lavoro personale ed oltremodo affascinate.
Una proposta che accontenta i fans del prog metal, per tecnica esecutiva e passaggi mai banali, ma non manca di ammiccare agli amanti dei suoni power, grazie a cavalcatein cui predomina un’ottima vena melodica.
Prova sopra le righe di tutti i musicisti, iniziando dall’ottimo singer Michele Guaitoli personale ed interpretativo a sufficienza per imprimere il suo marchio sulla raccolta di brani che compongono Artifacts, e sontuosa la parte ritmica con il basso di Luka Klanjscek e le pelli di Andrea Cum, potenti nelle cavalcate power e dalla buona tecnica esecutiva dove i brani richiedono fantasia ed eleganza, virtù peculiari nel metallo progressivo.
Marco Falanga incornicia con la sua sei corde questo quadro metallico, dai mille colori e sfumature, dove potenza e melodia vanno a braccetto per le strade del metallo classico.
Un lavoro che si mantiene su coordinate medio alte a livello qualitativo per tutta la sua durata, anche se non mancano i picchi che alzano la media di un disco imperdibile per gli amanti di queste sonorità, come la classic metal Gold, Il cuore dell’album composto dalle progressive Unshared Worlds e My Refuge, e la bellissima suite dal piglio drammatico Teardrop, dove le anime del gruppo si alleano per donare dieci minuti di prog metal davvero entusiasmante.
Artifacts risulta così un ottimo ascolto, la band in questi anni è cresciuta non poco e si appresta a conquistarvi, non opponete resistenza.

TRACKLIST
1. Repentance
2. Artifacts
3. Gold
4. As Candles We Burn
5. Profiled
6. Unshared Worlds
7. My Refuge
8. New Dawn, New Dusk
9. Teardrop
10. Angry Animals
11. Savior

LINE-UP
Luka Klanjscek – Bass
Marco Falanga – Guitars
Michele Guaitoli – Vocals
Andrea Cum – Drums

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