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Recensione : Ósserp – Sang I Sutge

Un album riuscito ed una band dall'ottimo impatto, consigliato ai fans dell'estremismo sonoro di ispirazione old school.

Ósserp – Sang I Sutge

Alla nostra attenzione arriva questo carro armato death/grind, dalla Blood Fire Death, etichetta che si muove e cerca ottime realtà estreme, tra le strade di Barcellona.

E infatti, è proprio dalla capitale Catalana che giungono gli Ósserp devastante combo che unisce nel proprio sound la furia del grindcore, con la potenza glaciale e cadenzata del death metal.
Attivi da due anni, il gruppo ha rilasciato un ep di debutto(Sota el cinturó d’Orió), ed uno split con i loro concittadini Assot, lo scorso anno, per giungere più inferociti che mai al debutto sulla lunga distanza, in questo 2015, con Sang I Sutge.
Registrato a Barcellona, per poi volare negli states, alla corte di Brad Boatright per la masterizzazione, avvenuta agli Audiosiege Studios in quel di Portland, l’album è un tuffo nel metal estremo dalle fosche tinte old school, impregnato di ottime soluzioni che rimandano alla scena scandinava dei primi anni novanta e reso ancora più violento da un bombardamento grindcore.
Sang I Sutge così, accontenta un po tutti i fans delle varie frange estreme, che si sviluppano tra i due generi citati, la tensione rimane altissima per tutta la buona mezzora di durata, elargendo a piene mani, solos di scuola Entombed, ritmiche indiavolate e mitraglianti che richiamano Napalm Daeth e Nasum ed una atmosfera oscura, di cadenzata e potente vena battagliera tipica dei Bolt Thrower.
Ne esce un tripudio di metal estremo “ignorante”, ma molto efficace, le tracce interamente cantate in lingua madre si susseguono nella più assoluta attitudine old school, alternando, da tradizione, massacranti attimi di distruzione totale con ritmiche da armageddon, a rallentamenti soffocanti, di brutalità estrema, un oscuro e delirante metallo in arrivo dall’abisso più buio.
Dove il gruppo rallenta, escono i momenti più interessanti, l’opener Ensorrant Castells, La Tardor Dels Màrtirs (la più Bolt Thrower del lotto) e la conclusiva Les 67 llunes de Júpiter, mastodontico monolito grind/death e pezzo da novanta di questo devastante lavoro.
In conclusione, un album riuscito ed una band dall’ottimo impatto, consigliato ai fans dell’estremismo sonoro di ispirazione old school.

Tracklist:
1. Ensorrant castells
2. Sang i sutge
3. La tomba de l’ós
4. Bèstia cega
5. Heretant enemics
6. Clot o carner
7. La tardor dels martirs
8. Les 67 llunes de Júpiter

Line-up:
Dani Bass
Alex Drums
Dani Guitars
Xavi Vocals

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