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Recensione : One Year Delay – Deep Breath

Un buon esordio per il gruppo ellenico, al quale manca solo un briciolo di personalità in più in grado di dare alla sua proposta ciò che serve per spiccare sulla massa

One Year Delay – Deep Breath

Nu Metal con richiami all’alternative hard rock, direttamente dai primi anni di questo infausto millennio, è quello che ci propongono in greci One Year Delay al debutto quest’anno, con questa mezzora abbondante di rock moderno dal titolo Deep Breath.

Influenze che prepotentemente escono fuori dai solchi di questo lavoro che, comunque, non può che piacere agli amanti del genere, ormai non più nelle preferenze dei kids come una decina d’anni fa ma pur sempre un ottimo modo per sentire musica dura in un contesto moderno.
Ormai fuori dal mainstream e con molti gruppi storici ad arrancare con album privi della dovuta ispirazione, il nu metal si alimenta nell’underground grazie sopratutto a band come gli OYD, capaci, senza far gridare al miracolo, di raccogliere l’eredità dei vari Korn, Sevendust e Deftones.
Prodotto e mixato dal guru del genere , quel Toby Wright già al lavoro con Alice In Chains, Sevendust e la band di Jonathan Davis, l’album alterna sfuriate nu metal al classico mood alternativo e come su una giostra verrete portati in alto da esplosioni di watts e in caduta libera finirete tra le trame di songs dove la calma segue la tempesta.
Buono il lavoro dei musicisti e sul pezzo la prova del vocalist Orestis Alimonos, che segue con buona padronanza del microfono i vari cambiamenti di atmosfere e umori del sound del gruppo.
Ritmiche grasse, fiammate di alternative rock, devastanti attimi di poderoso metallo moderno e tensione che non cede, neanche dove il gruppo limita la furia per imbrigliare il proprio sound su toni rock, sfiorando atmosfere stonerizzate nella songs top di Deep Breath, la conclusiva 5m9k.
Certo, il già sentito a tratti si impadronisce dell’ascoltatore, ma d’altronde il genere è questo e gli OYD lo suonano con buona attitudine ed un certo impatto (Gunpoint).
Tra i brani, una menzione anche per l’ottima Water Under The Bridge, monolitico brano dall’andamento cadenzato e le atmosfere che si avvicinano agli Alice In Chains più intimisti e che insieme alla song che chiude il lavoro, alzano, non di poco, la media di Deep Brath.
In definitiva un buon esordio per il gruppo ellenico, al quale manca solo un briciolo di personalità in più in grado di dare alla sua proposta ciò che serve per spiccare sulla massa, le potenzialità ci sono tutte, aspettiamo sviluppi, alla prossima.

TRACKLIST
1.Gunpoint
2.Headhunters
3.Truth Dare Despair
4.Water Under The Bridge
5.Miss You
6.Try To Stay Alive
7.5m 9k

LINE-UP
Orestis Alimonos – vocals
George Manesiotis- bass
Nick Trimandlilis – rhythm guitar
Nick Koumoundouros – lead guitar
Sotiris Papadeas – Drums
Steve Tsotras – Keys, samples, backing vocals

ONE YEAR DELAY – Facebook

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