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Recensione : One Step Beyond – The Music Of Chance

The Music Of Chance risveglia nell'ascoltatore la voglia di scavalcare le barriere dei generi.

Gli One Step Beyond sono una band australiana tutta tecnica, violenza e fantasia nata nel 1997 e con due full length all’attivo; il trio di Adelaide, già forte di un black/death bello tosto, va oltre contaminandolo e imbastardendolo nel senso più buono del termine, con iniezioni di musica a 360° basate su rallentamenti doom, ma anche su fantasiose parti in cui vengono immesse soluzioni reggae e jazz, per un risultato che stupisce ad ogni passaggio, dando un senso compiuto al termine alternativo.

La band esonda tecnicamente dallo spartito come un fiume in piena e regala momenti di musica senza confini, mantenendo un approccio estremo con richiami ai Death di Chuck Shuldiner e confezionando un lavoro originalissimo e poco convenzionale.
Ottime le parti black (Dominio Architect) dove la band sfoga la sua furia iconoclasta con cavalcate metalliche e in cui la sei corde, a velocità disumana, confeziona assoli taglienti, e grandiose le parti doom/death, monolitiche e disperate (Up In Smoke, Planets Like Chess Pieces) tra la lentezza potentissima degli Asphyx e le chitarre di chiara matrice Paradise Lost; devastante infine la componente death metal di scuola americana (Hand That’s Dealt), il tutto arricchito da sorprese che non mancano dietro ogni angolo dello spartito, con le sorprendenti divagazioni reggae/funk/fusion (The Gamble).
Justin Wood alle linee vocali, che passano dal growl allo scream, Conny Pettersson disumano alle pelli, protagonista di una prova tutta potenza e tecnica e Matt Spencer, mattatore di The Music Of Chance con le sue sontuose prove alla sei corde e al basso, risvegliano nell’ascoltatore la voglia di andare oltre ai piccoli pianeti chiamati generi, per intraprendere un viaggio in quell’’universo musicale dove ogni piccola particella chiamata nota forma una galassia di musica in cui perdersi.

Tracklist:
1. Hour of the Wolf
2. The Music of Chance
3. Hand That’s Dealt
4. Decay
5. Up in Smoke
6. Faith
7. Planets like Chess Pieces
8. Domino Architect
9. Good World Gone Bad
10. The Gamble
11. The Score
12. Snake Eyes

Line-up:
Justin Wood – vocals;
Conny Pettersson – drums;
Matt Spencer – bass, guitars, vocals

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