iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Ommatidia – Let’s Face It

Il nuovo corso degli Ommatidia mostra un volto allo stesso tempo più metallico e melodico che si rifà in maniera competente a quanto è già stato prodotto da altri in passato.

Il secondo album dei francesi Ommatidia costituisce una parziale sorpresa per chi aveva ascoltato ed apprezzato il full length d’esordio.

Infatti, se in quel caso il punto di riferimento, neppure troppo celato, erano i Paradise Lost, con Let’s Face It ad acquistare il ruolo di principali ispiratori sono i Queensrÿche, epoca “Operation: Mindcrime” e dintorni.
Diciamo subito che gli Ommatidia il loro ruolo di consapevoli epigoni lo interpretano al meglio, visto che in entrambi i casi ne sono scaturiti album oltremodo gradevoli e, se “In This Life, or the Next” si snodava con il suo sound modulato tra le molteplici direzioni offerte dalle sfumature gotiche, il nuovo corso, specialmente nei suoi passaggi cardine, mostra un volto allo stesso tempo più metallico e melodico che si rifà in maniera competente, anche se talvolta troppo fedele, a quanto è già stato prodotto da altri in passato.
In Let’s Face It non mancano certamente ottimi brani e passaggi particolarmente isprirati: questi cinquanta minuti di musica scorrono piacevolmente, la band esegue il tutto con grande perizia e Guillame Richard si conferma un vocalist dotato e molto esperssivo (anche se l’ingombrante fantasma di Geoff Tate si manifesta puntualmente non appena i brani si aprono melodicamente ricordando, appunto, i migliori Queensrÿche).
Per gusto personale prediligo, ovviamente, le canzoni che consevano un mood più oscuro, pur senza disdegnare un gusto melodico comunque mai banale: Soiled ne costutuusce un efficace esempio, e ancor di più lo è la successiva Seeping Black, che costutuisce un’efficace summa di quello che sono oggi gli Ommatidia, con atmosfere cupe che si aprono man mano su quel versante progmetal che è, nel contempo, croce e delizia del lavoro.
Infatti, la possibilità di inserire passaggi di grande impatto tecnico ed emotivo cozza inevitabilmente con la sensazione di già sentito presente in brani (peraltro molto belli) queli A Lack of Contrast in Life e Coming Full Circle (Part II): per carità, molte delle band che fanno confluire il loro imprimatur nel sound dei parigini da diversi anni si sognano di scrivere brani così intensi e ricchi di melodico pathos, per cui questa mancanza di elementi innovativi viene ampiamente compensata dalla qualità delle composizioni e da un concept sufficientemente profondo, ben delineato dalla drammatica chiusura affidata ad una magnifica Coming Full Circle (Part III).
Insomma Let’s Face It è decisamente un buon disco, che ha forse il solo difetto di trasportare gli Ommatdia in un ambito musicale sicuramente meno ristretto ma nel contempo anche meno peculiare.

Tracklist:
1. Immaculate
2. Sunspot
3. Dark Swelling
4. Soiled
5. Seeping Black
6. Antagonism
7. A Lack of Contrast in Life
8. Coming Full Circle (Part I)
9. Coming Full Circle (Part II)
10. Coming Full Circle (Part III)

Line-up:
Olivier Rouget – Drums
Gilles Vardon – Guitars
Nicolas Chevrollier – Guitars
Guillaume Richard – Vocals
Guillaume Sence – Bass

OMMATIDIA – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Treni ad Altra Velocità – Intervista con Fabio Bertino

Una conversazione con Fabio Bertino, autore in tempi recenti di due libri in cui racconta le proprie esperienze di viaggio lungo il nostro paese, percorrendo linee secondarie o utilizzando per gli spostamenti solo i più “lenti” treni regionali.

Amarok – Resilience

La cifra compositiva degli Amarok è piuttosto personale in quanto, rispetto al più canonico sludge doom, la band californiana non teme di rallentare i ritmi fino a sfiorare un’asfissia scongiurata dal mood atmosferico e melodico che pervade buona parte di un lavoro riuscito come Resilience.

Abysskvlt – mDzod Rum

Gli Abysskvlt, con mDzod Rum, propongono un’opera di grande spessore, sia dal punto di vista spirituale che strettamente musicale, ma non si può nascondere che tali sonorità siano principalmente rivolte a chi possiede un’indole incline alla meditazione.

RIMANI IN CONTATTO

CANALE TELEGRAM
GRUPPO WHATSUP