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Recensione : Oliver Schories – Exit

Oliver Schories, chiamato alla riconferma col suo sophomore album Exit continua sullo stesso asse del suo ottimo esordio. Col suo crossover di House e Techno, riesce a creare elettronica ipnotica ed evocativa dalla sensibilità pop. “Rising star” dell'elettronica tedesca?

Oliver Schories – Exit

Il producer tedesco Oliver Schories è una piacevole vecchia (non più di tanto) conoscenza di IYEzine, poiché lo ritroviamo, andando indietro di un anno, con il suo album di esordio dal titolo complicatissimo https://www.iyezine.com/recensioni/1699-oliver-schories-herzensangelegenheit.htm Herzensangelegenheit. Ora Schories, divenuto ormai dj e producer affermato, è chiamato alla consacrazione tra i grandi con questa seconda prova su lunga distanza, dal titolo Exit.

Dico ciò riguardo ad una possibile consacrazione anche perchè si era generata in me grande aspettativa per questo album, giacchè la precedente prova aveva messo in luce grandi potenzialità da parte del tedesco…e un po’ l’aspettativa ti fotte.
Ad essere sincero non riesco così bene a capire se questa “prova di maturità”, come spesso si dice, sia stata centrata in pieno o sia da rimandare ai giorni che verranno, anche perchè, eccezioni a parte, di solito sono tre indizi a fare una prova…ad ogni modo, so benissimo che questo qui non è il punto cruciale, sono fondamentalmente chiacchiere, il punto è il disco, e la discussione la palleggio a voi che lo ascolterete.

Schories si pone in logica continuazione di “Herzensangelegenheit” (e non fatemelo dire di nuovo!), ne riprende gli schemi e ne amplia l’influenza pop, cerca di pulire maggiormente il suono ricercando l’equilibrio più per sottrazione che per addizione. L’idea di base è, inoltre, a mio parere diversa tra i due album: questo nuovo lavoro è meno intenso dal punto di vista ritmico, qui si va a cercare di muovere più la mente che il corpo (60% contro 40% ?), mentre l’esordio forse ribaltava le proporzioni, e infine Exit compie un leggero passo verso la “hit” di sensibilità maggiormente pop, nel senso più generale del termine.
Le sonorità e di conseguenza le sensazioni che riescono a creare questi brani sono l’uscita di sicurezza che ci offre il tedesco, una piccola oasi nel quotidiano. Questo è Exit, una porta che se appena socchiusa mostra già i caldi raggi del sole di un luogo dove è sempre estate. Nell’idea del suo autore, Exit ha la funzione di creare un’atmosfera evocativa, un locus amoenus in musica, per il piacere dell’ascoltatore più che per il club.
Col suo particolare crossover di House e Techno, fatto di suoni caldi e delicati, un ritmo sempre misurato e mai portato a spingere troppo, brani orecchiabili ma non scontati, Schories ricerca efficacemente il bilanciamento e la quadratura del cerchio nel creare elettronica ipnotica.

Mi piace molto pensare a Schories come colui che può realizzare quelle potenzialità che uno come Kalkbrenner (Paul) non è riuscito a realizzare pienamente (per quanto ne abbia mostrato alcuni abbaglianti sprazzi qua e là), un po’ offuscato dal suo stesso successo. Perchè per un certo verso l’elettronica di Oliver si avvicina abbastanza a quella di mr. Berlin Calling, ma secondo me ci mette più anima e più sfaccettature, per quanto sia forse meno attenta al ritmo. Il suono del nostro non è ancora così ben confezionato come quello di altri suoi colleghi più esperti come il buon Paul, e non ha ancora la raffinatezza nel suono di un modello di riferimento come può essere Pantha Du Prince, per quanto facciano anche musica diversa; però le idee e la capacità di metterle in musica ci sono tutte, e Schories ha tutte le carte in regola per entrare tra i grandi.
Perciò sì, si può creare musica elettronica che sia insieme ricercata e orecchiabile, che sia fruibile ma non risulti scontata né “commerciale”, come insegna questo ragazzo.

Dopo l’introduzione, ci troviamo subito con l’orecchiabilità di Sunset, una traccia di atmosfera molto estiva, e quindi But Maybe che parte ruvida ma presto diventa dolcemente ammaliante. In seguito le ipnotiche Get Me e Circles ci ghermiscono, Go ha una struttura simile a quella della precedente But Maybe, e Another Day è una delle tracce che ricordano forse maggiormente il precedente album.
Il disco è molto lungo, abbiamo appena superato la metà, in totale Exit contiene più di un’ora e un quarto di ottimi brani, tutti sempre sui 6 minuti, ma l’ascolto non pesa perchè Oliver ha questa capacità di farci entrare presto in uno stato di piacevole trasporto, ci fa muovere interiormente con le stesse frequenze e la stessa forma d’onda della sua musica.
Non mi dilungo oltre a descrivere i singoli brani, ma sappiate che sono tutti da ascoltare dall’inizio alla fine, e tutti hanno le loro sfaccettature che li rendono interessanti e gradevoli. Il tutto è riassumibile con la frase che ci siamo detti contemporaneamente io e Massimo di IYE parlando del disco: “ma senti che suoni!”.

Direi perciò che bisogna mettere bene in chiaro che Oliver si conferma un grande producer, ed ora abbiamo le prove per poterne parlare come “rising star” dell’elettronica tedesca.

Buon ascolto!

Tracklist:
01 Intro (state of)
02 Sunset
03 But maybe
04 Get me
05 Circles
06 Go
07 Another Day
08 Only good for train
09 All I see
10 Like you
11 Exit
12 Be
13 Outro

OLIVER SCHORIES – pagina facebook

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