I No Strange son una di quelle band con le quali sono cresciuto visto che per questioni anagrafiche il loro percorso di musicisti si è intrecciato a quello mio di ascoltatore.
Ho quindi avuto la fortuna di conoscerli ai tempi dei loro esordi dal momento che furono inclusi, a dire il vero in modo un po’ forzoso, nella scena neo-garage o neo-psych che andava per la maggiore quando mi accostavo, adolescente imberbe, al fascinoso mondo dell’underground.
Dicevo della forzosità dell’accostamento in quanto il gruppo torinese ha da sempre solcato territori più vicini al folk, al prog od al cantautorato colto rispetto a quelli sopracitati. Non nascondo che queste loro caratteristiche me li abbiano sempre fatti sentire non esattamente a me affini, chi mi conosce non può non immaginare che alla loro proposta preferissi e preferisca tuttora quella più grintosa dei Sick Rose o quella più propriamente psychedelica di Liars o Birdman Of Alkatraz.
Li ho in generale sempre trovati troppo prolissi ed enfatici, basti pensare che per la mia ferrea dottrina un pezzo che duri più di 3/4 minuti sia già pericolosamente vicino ai livelli di guardia. Come scrittomi, tra l’altro per un altro disco, dall’ottimo Tiziano di Area Pirata non sono proprio la mia “cup of tea”; ma devo comunque riconoscergli una grande attitudine ed anche di esercitare su di me una certa fascinizzazione, quella che hanno su di me musicisti come loro o come gli Ozric Tentacles, un’ attrazione che francamente non so da dove derivi.
Non fa eccezione questo loro nuovo lavoro che non fa che confermare tutto ciò che penso di loro, vale a dire che so che non finirà in heavy rotation sul mio piatto ma che ogni tanto lo andrò a ripescare e che rinverdirà la mia vena più nascostamente meditativa. Certo vi sconsiglio di ascoltarlo in auto o di usarlo come mero sottofondo perché molto probabilmente vi risulterebbe tedioso se non deleterio ma se, come capita a me, ogni tanto sentite il bisogno di gustarvi i No Strange mettete su un loro album, spegnete le luci, chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare (se coadiuvati dai giusti additivi tanto meglio), solo così potrete assaporare appieno la proposta di un combo di non facile fruibilità ma dall’indubbio fascino.
ETICHETTA: Area Pirata / Psych Out
TRACKLIST
1) Collana Di Perle e Suoni,
2) Vuoto Mirabile,
3) Magic UFO Zanzibar,
4) Martian Manhunter,
5) Meditazione Dall’Infinito,
6) Il Sentiero Delle Canzoni Lontane,
7) Meditazione Degli Spazi,
8) Il Sentiero Delle Tartarughe,
9) Gli Occhi,
10) Meditazione Della Madre Terra
LINE-UP
Salvatore D’Urso,
Alberto ezzu