dal 1999

Recensione : Nightglow – Orpheus

Tradizione e modernità al servizio di un metal esplosivo.

Nightglow – Orpheus

Colpaccio della Bakerteam che si aggiudica le eccellenti prestazioni dei Nightglow, band emiliana, dedita ad un heavy metal con straordinarie pulsioni thrash, protagonista di questo ottimo lavoro che strabilia, tra melodia e ritmiche devastanti.

La band nasce nel 2003, e dopo un passato da cover band con un altro monicker avvia il proprio percorso con l’intenzione di ritagliarsi uno spazio nel panorama metallico, non solo nazionale.
Orpheus, è un lavoro (il secondo full-length dopo “We Rise” dello scorso anno) che, diciamolo subito, porterà alla band un bel po’ di notorietà, colmo com’è di esaltanti canzoni, una più bella dell’altra, nelle quali convivono più anime corrotte dal demone del metallo: heavy classico e thrash moderno insieme per massacrare l’ascoltatore, con ritmiche indiavolate, solos melodici, vocals eccellenti ed una forma canzone che stupisce per l’esagerato appeal.
Registrato ai B-Demolition Studios e mixato e registrato ai Try Studios da Tuvo, l’album letteralmente deflagra, esplode dagli altoparlanti, tra una tempesta di note metalliche che esalta, anche grazie ad una band tecnicamente fuori categoria e a un lotto di brani che lascia il segno.
Enorme il lavoro di Abba dietro al microfono, una sorta di animale ferito, dotato di una voce varia e dalla grande personalità, con la quale passa facilmente da toni melodici che possono ricordare Zachary Stevens, a grintose parti dove esce la furia di un singer metal di razza aggredendo con uno scream dai rimandi metalcore.
Enorme ovviamente il lavoro della sezione ritmica (Riskio alle pelli e Fantu al basso), con il batterista superlativo nelle parti in cui il sound si avvicina pericolosamente al thrash (l’inizio della title-track è un massacro in tal senso).
Le due asce, Moret e Juls, piazzano riff potentissimi e alternano solos melodici o graffianti, ma sempre azzeccati, tenendo costantemente alto il livello di un lavoro che non conosce cedimenti ed elettrizza l’ascoltatore, sempre in bilico com’è tra modernità e tradizione, e qui sta il bello: infatti riesce alla perfezione l’intento di coniugare un impatto devastante con melodie che entrano subito in testa.
Questa è la qualità maggiore di brani come The Infection, Psychotropic, Lead Me, la traccia che più si avvicina ai Circle II Circle di Stevens, chiaramente devastati da una valanga di riff modern/thrash, l’enorme Scream, la ballad Stay With Me, che fa riprendere fiato prima del trittico finale e regala un’altra ottima performance di Abba, a suo agio anche quando deve emozionare.
L’album si chiude con la title-track, dall’inizio devastante che conduce ad una parte melodica dove spunta la bellissima voce dell’ospite Sara Cucci (cantante della folk band Artaius) che duetta con Abba, regalando attimi di pura emozionalità, ultima sorpresa dell’album.
Orpheus è un lavoro di qualità non comune, sta a voi ora dedicargli l’attenzione che merita.
Esplosivo.

Tracklist:
1. The Infection
2. Psychotropic
3. Lead Me
4. Scream
5. Fuck You
6. Liar
7. Stay With Me
8. Bloodway
9. On My Knees
10. Orpheus

Line-up:
Abba – Vocals
Fantu – Bass
Moret – Guitars
Juls – Guitars
Riskio – Drums

NIGHTGLOW – Facebook

Share:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Martin Eden di Jack London

Martin Eden Jack London

Martin Eden scritto da Jack London: un giovane marinaio di origini umili si innamora di una ragazza della borghesia. Per conquistarla, si impegna a diventare uno scrittore, ma il successo gli porterà solo disillusione e dolore.

Deth Kaktus – Prick

I Deth Kaktus sono un gruppo originale, potente e molto molto divertente con canzoni di qualità ben al di sopra della media, per un’apocalisse divertente e rumorosa, senza tassi di interesse.

S.G.A.T.V. – S.G.A.T.V.

Nelle sonorità dei SGATV si può riconoscere e distinguere anche la geometria fredda e imperscrutabile di tanta NDW (la Svizzera è stato il paese dei grandissimi Grauzone che, ad ogni buon conto, gli SGATV hanno ascoltato e fatto tesoro)