Ad un primo distratto ascolto potrebbe sembrare che quello che ci propone Nedelle altro non siano che strane filastrocche messe in musica in modo piuttosto scarno. Ma questo primo affrettato giudizio non potrebbe essere più sbagliato,il suono che scaturisce da quest’album infatti gronda profondità e classe in dosi copiose, tanto da rammentare le pagine più introspettive degli album solisti di Kristin Hersh. Ma Nedelle non va citata soltanto per le sue doti compositive ma anche per la sua grande abilità di strumentista, tanto che si cimenta alla chitarra, al piano e,ovviamente,al canto.Ottimo è anche il lavoro dei ben 10 strumentisti che la accompagnano (clarinetto,violoncello,viola,violino,tromba,trombone,corno francese,organo,basso e batteria). Fra i pezzi segalazione d’obbligo va a “Tell me a story” e “The natural night” che ricordano, grazie alla splendida sensazione della dita che scorrono sugli accordi, i Kings of Convenience,nonchè i pezzi dotati di una maggiore ariosità,quelli che si possono definire più pop “Oh no!” (che cita gli ottimi Shins) e “Good grief”.Certamente Nedelle no sarà mai una rockstar,e ciò le consentirà di non incorrere nelle ire della sua bellicosa etichetta,ma sicuramnete allieterà i cuori di molti di noi.