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Recensione : Naive – Altra

Un album per chi cerca qualcosa di diverso, un modo per purificare l'animo con note di splendida musica, non facile, ma assolutamente emozionale

Naive – Altra

Un album difficile, sicuramente opera molto ambiziosa e dalle molte sfumature, raccolte nell’ombra del proprio io, un lotto di brani che pur nella loro forma più elettrica racchiudono un’anima intimista e tragica.

Questo è Altra, nuovo lavoro dei Naive, elegante e raffinato gruppo transalpino che al rock alternatico aggiunge tanta elettronica, un’anima dark e un mood progressivo che lo colloca tra le migliori realtà del genere.
Altra è il terzo lavoro sulla lunga distanza, dopo l’esordio intitolato The End del 2009, Illuminatis del 2012, ed una raccolta di remix uscita lo scorso anno, che vanno a comporre la discografia di questo trio con base a Tolosa.
Un’ora di musica elettronica dove l’alternative metal accentua la parte drammatica di una musica che vive di atmosfere crepuscolari, brani lunghi, da assaporare con la dovuta calma e attenzione, pregni di melanconiche sfumature dark e dilatati da una vena progressiva, dove il termine sta per originalità e assoluta varietà nel songwriting.
Si passa infatti con disinvoltura da parti di pura musica dark electro, a sfuriate rock/metal, con chitarre che sfiorano il noise ed infiammano di rabbia e drammaticità, songs sempre nel perenne chiaro/scuro di una perenne penombra.

Liquidi passaggi elettronici dove è palpabile il tormento dei protagonisti, che si trasforma in rabbia( Monument Size) per tornare in un attimo a torturare il propio io, contemplando un paesaggio dalle tonalità spente, come le anime di chi vive una vita soggiogata e frustrata dalla presenza ingombrante di pesante e decadente melanconia.

Il sound si muove come il letto di un fiume, attraversando i vari stati d’animo: prima la calma di un percorso lineare, poi l’aggresività delle cascate che in musica si trasformano in onde di watts infrante su roccie metalliche (l’opener Elevete Levitate e Surge).

Preziosi ricami acustici, impreziosicono Waves Will Come e si arriva alla titletrack, dodici minuti che portano alla fine di questo viaggio nell’animo umano, torturato da mille tormenti, reso ancora più intimista da un violino, che lacrima note di triste disperazione in un sublime crescendo di musica senza barriere, progressiva, metallica e disperatamente dark.
Un album per chi cerca qualcosa di diverso, un modo per purificare l’animo con note di splendida musica, non facile, ma assolutamente emozionale, grandi.

Tracklist:
1.Elevete Levitate
2.Yshbel
3.Mother Russia
4.Monument Size
5.Surge
6.Waves Will Come
7.Altra

Line -up:
Jouch – Voice, Guitar, Programming
Mox – Drums, programming
Rico – Bass

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