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Recensione : Mustasch – Thank You For The Demon

I Mustasch, con il quinto album in studio, impreziosiscono questo inizio d’anno con il loro metal rock sporcato di blues e dall'approccio alternativo.

Mustasch – Thank You For The Demon

Tredici anni dopo l’esordio e una marea di uscite tra full-length, singoli e dvd, tornano gli svedesi Mustasch, con il quinto album in studio ad impreziosire questo inizio d’anno con il loro metal rock sporcato di blues, dall’approccio alternativo.

Tacciati troppo superficialmente come dei cloni dei Metallica, quelli stanchi di metà anni novanta, forse per la somiglianza del cantato di Ralf Gyllenhammar con quello di James Hetfield, i ragazzi svedesi hanno sempre portato avanti il loro discorso musicale fatto di album sempre ispirati, molto vari nel songwriting come in questo ultimo disco che, pur non essendo troppo lungo, offre song per tutti i palati, passando tranquillamente dal metal al rock, dallo stoner al suono sabbathiano, con una facilità disarmante.
Feared and Hated, per esempio, è un brano metal dove Ralf, cantante di una duttilità unica, parte da una tonalità alla Ronnie James Dio per passare ad un ritornello dalla presa pop, per poi trasformarsi in Hetfield nella stupenda title-track (magari avessero scritto un brano così i four horsemen di “Load” e “Reload”).
Si torna a viaggiare sparati nella successiva From Euphoria to Dystopia, con la band sugli scudi ed un Gyllenhammar sontuoso; e arriva il brano capolavoro, The Mauler, un doom metal sabbathiano con il quale la band esorcizza e imprigiona lo spirito della band di Birmingham, prima di tornare su territori alternativi con Borderline, dal grande appeal, con un refrain che non ci si toglie più dalla testa.
All My Life inizia come una semplice ballad, per poi esplodere in un metal cadenzato dove il vocalist fa il bello e il cattivo tempo, dimostrandosi uno dei migliori cantanti in circolazione insieme a Myles Kennedy degli Alter Bridge, almeno in questo contesto musicale.
Stoner cattivo, urlato al mondo, è il contenuto di Lowlife Highlights, mentre I Hate to Dance è una piccola caduta di tono, essendo un brano dai ritmi mainstream che va un pò troppo oltre per la voglia di stupire del gruppo.
Ci si riprende subito con il brano che chiude il lavoro, un blues acustico che sfiorisce sul finire e ci dà appuntamento al prossimo passo di questa grande band.
Che dire, ormai una certezza, il gruppo svedese lancia la sfida ai colleghi oltreoceano per questo 2014 che si preannuncia entusiasmante per quanto riguarda questo tipo di suoni: i Mustasch sono già in fuga!

Tracklist:
1. Feared and Hated
2. Thank You for the Demon
3. From Euphoria to Dystopia
4. The Mauler
5. Borderline
6. All My Life
7. Lowlife Highlights
8. I Hate to Dance
9. Don’t Want to Be Who I Am

Line-up:
Mats Stam Johansson – Bass
Ralf Gyllenhammar – Guitars (rhythm), Vocals
David Johannesson – Guitars (lead)
Jejo Perkovic – Drums

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