Sesto album in studio per gli alessandrini Mortuary Drape, si intiola “ Black mirror” ed esce per Peaceville Records.
Il gruppo piemontese è un’autentica leggenda nel sottobosco metal e non solo, molti nomi affermati hanno sempre dichiarato l’importanza artistica di questo gruppo nel metal estremo, e ascoltando i loro dischi passati si coglie benissimo il perché, ma lo si capisce ancora di più ascoltando questo ultimo lavoro.
I Mortuary Drape sono un fiume in piena, un gruppo guidato da Wildness Perversion che non si accontenta mai e va sempre oltre, in una continua ricerca musicale che è legata a doppio filo a quella spirituale, con un occultismo che và in profondità e non si ferma alla superficie come quello di molti. A partire dal demo “Necromancy” del 1987 i Mortuary Drape hanno sempre fatto heavy metal oscuro e orientato al black, ma soprattutto alla ricerca esoterica, che viene sublimata in “All the witches dance” e “Secret sudaria” e che continua negli altri dischi. “Black mirror”, come si evince dal titolo, parla di specchi neri, dove possiamo vedere le nostre vite passate, e proprio questo tema del nostro passato, di dove siano state le nostre anime, di altre dimensioni possibili e che noi non possiamo vedere ma che ci sono.
Le atmosfere musicali sono quelle tipiche dei Mortuary Drape ma con quel tocco di modernità che ha cambiato il loro suono in qualcosa di più melodico e progressivo senza intaccare le loro caratteristiche, compiendo un ulteriore miglioramento. Le canzoni sono quasi tutte di lunga durata e portano l’ascoltatore n un luogo lontano, anzi forse vicino a noi, ma totalmente diverso da quello nel quale pensiamo di vivere. Nei loro trentasette anni di carriera il gruppo ha raramente sbagliato qualcosa e “Black mirror” sancisce una nuova fase che li fa progredire ancora.
Ascoltare i Mortuary Drape è un qualcosa che arrochisce sempre l’ascoltatore, oltre ad intrattenerlo egregiamente, e questo è un primo livello di ascolto. Altri livelli di ascolto possono essere trovati da chi voglia capire qualcosa di più dell’esoterismo, sopratutto di scuola italiana, e che qui è ampiamente trattato.
I loro dischi sono come gli albi di Dylan Dog o i film di Dario Argento, qualcosa di orrorifico, di altro valore artistico e genuinamente italiano, nel senso di cultura e di eerie. Il disco è prodotto molto bene, la registrazione di Federico Pennazzato ai TMH Studios di Alessandria è ottima, rende molto bene l’atmosfera oscura del disco. .
La leggenda nera dentro lo specchio.
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