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Recensione : The Monkey Weather – The Hodja’s Hook

Le melodie sono tutte dei bei ganci senza che ci sia una spasmodica ed ansiogena ricerca del ritornello perfetto

The Monkey Weather – The Hodja’s Hook

Secondo disco per i The Monkey Weather a tre anni dal ben accolto “Apple Meaning”.
La band di Ossola si è formata nel 2010, dopo un viaggio a Liverpool dei tre componenti sulle orme dei Beatles, e proprio questi ultimi sono i numi tutelari di questi ragazzi, che propongono un power pop di buona fattura e molto ben prodotto ed arrangiato da Oliviero Riva, aka Olly, il grande cantante degli Shandon e boss dell’Ammonia Records; i ragazzi in questi anni hanno già aperto per i Kasabian, i The Vaccines e gli Skunk Anansie e si sono esibiti a Sziget.
The Hodja’s Hook è un disco molto quadrato e chiaro fin dall’inizio nel portare avanti un power pop orecchiabile e con uno stile davvero ineccepibile; le melodie sono tutte dei bei ganci senza che ci sia una spasmodica ed ansiogena ricerca del ritornello perfetto.
I The Monkey Weather devono molto ai Beatles, ma hanno una maniera di comporre molto personale e pur essendo qualcosa di già sentito è un bel sentire: a dimostrazione di ciò che dico vi è anche un’interessante interpretazione di Firestarter dei Prodigy.
Questo disco dovrebbe dar loro modo di raggiungere la sacrosanta consacrazione, anche se il loro stile verrà apprezzato maggiormente all’estero che in Italia, ma spero vivamente di sbagliarmi.

Tracklist:
1. Let’s stay up tonight
2. I hate you
3. Sometimes
4. Alcoholic tears
5. Purple tree
6. Firestarter
7. I don’t care
8. Morning
9. Lies
10. Sleeping town
11. Carl

Line-up:
Jolly Hooker : chitarra e voce
Paul Deckard : basso e voce
Miky The Rooster : batteria.

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