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Recensione : Minority Sound – Drowner’s Dance

I Minority Sound non inventano nulla ma riescono a frullare nel loro industrial metal, in dosi sapientemente distribuite, il sound di gran parte delle band che in un modo o nell'altro hanno dato lustro al genere, offrendo infine un prodotto fresco e dannatamente gradevole.

I cechi Minority Sound arrivano al terzo lavoro su lunga distanza con il quale vanno a riproporre il loro elettro metal che attinge sapientemente a tutte le sfumature che le band dedite al genere hanno offerto negli ultimi anni.

Così, nel suono dei praghesi confluiscono sia il riffing squadrato dei Rammstein, sia la componente industrial dei Fear Factory, sia ancora il gusto per melodie orecchiabili e vagamente danzerecce dei Deathstars: il risultato che ne scaturisce è assolutamente esplosivo e mantiene pienamente fede alle premesse poste con il precedente “The Explorer”.
Il quartetto boemo non si fa troppi problemi nel rendere catchy il proprio sound, per lo più riuscendo brillantemente nel compito, talvolta inserendo anche qualche traccia un po manieristica, senza che ciò vada comunque ad inficiare più di tanto la resa complessiva del lavoro.
Certo, qui non siamo ai livelli stratosferici dei Mechina (i quali restano qualcosa di unico nel genere), ma i Minority Sound maneggiano la materia con la disinvoltura di chi sa il fatto proprio ed ha, di conseguenza, le idee chiarissime al riguardo.
Il valore aggiunto dell’album sta nella capacità dei nostri di rifuggire la ripetitività in un ambito stilistico in cui il rischio è sempre dietro l’angolo, rallentando od aumentando i giri del motore secondo necessità .
Dopo una tripletta d’apertura micidiale (Whip Him Good, che richiama i Sisters Of Mercy epoca “Floodland” irrobustiti all’ennesima potenza, la potenziale hit Last Day on Earth, con una tastiera che impazza, e 1000 Years, che pare uscita dalle sessions di “Herzeleid”), Drowner’s Dance perde un po’ di intensità nella sua fase centrale per ritrovare nuova linfa nella parte conclusiva con una cattivissima title track e con la più rallentata e malinconica First Day On Earth (altro picco qualitativo dell’album).
I Minority Sound non inventano nulla (e neppure lo si sarebbe preteso da loro) ma riescono a frullare nel loro industrial metal, in dosi sapientemente distribuite, il sound di gran parte delle band che, in un modo o nell’altro, hanno dato lustro al genere, offrendo infine un prodotto fresco e dannatamente gradevole. What else? …

Tracklist:
1. Whip Him Good
2. Last Day on Earth
3. 1000 Years
4. Epidemic of Hystery
5. Generation Z
6. Freezing Oceans
7. Hate Calculation
8. Drowner’s Dance
9. First Day on Earth
10. Come Hell

Line-up:
Petr – Bass
Ozon – Bass, Guitars
Simon – Drums
Gulesh – Guitars, Vocals

MINORITY SOUND – Bandzone

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