Mi chiamo Nessuno, e questa è la mia storia.
Nessuno, perché per il mondo non esisto.
Nessuno, perché non ho più casa, famiglia, amici.
Nessuno, perché anche se forse domani sarò vivo, non vivrò davvero mai più.
Un giorno mi hanno detto di scappare, di fuggire in mezzo al mare.
Che forse saremmo morti, ma forse no.
Mentre a casa, nella nostra casa, il forse era una certezza, era un arrendersi alla morte.
E i miei genitori non vogliono che io muoia.
Sono già morti i miei fratelli, i miei cugini.
Non posso morire pure io.
E allora un giorno ci ha preso il mare. Per giorni infiniti.
Senza acqua, senza cibo.
Intorno a me tanti altri Nessuno. Siamo tutti uguali qui.
Qualcuno non ce la fa, e quei signori che guidano lo gettano in mare.
Quanti Nessuno si è preso il mare.
Quanti che non avranno mai più il sorriso e gli occhi pieni di vita.
Ma adesso forse arriviamo. Sì ecco la terra.
Ci spingono, ci saltano addosso.
Ed io ho paura.
Poi ci controllano, ed io e la mia mamma ci stringiamo.
Il mio papà non lo troviamo più.
Abbiamo paura, ma poi eccolo.
C’è un gruppo di persone che gli urla contro “vattene non ti vogliamo. Sei un delinquente torna al tuo Paese”.
Mio padre piange, ma poi si gira e guarda verso di noi.
Sorride.
Le urla cattive non fanno più male.
Siamo vivi.
Tre Nessuno che il mondo non conoscerà mai.
Tre Nessuno che qualcuno odiera’ ed insultera’.
Ma tre Nessuno che hanno ancora il bene più grande di tutti: la vita.
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