Secondo ep “Sopho(s)more” per per i genovesi Merak, dopo il debutto con “Gnothi Sauton”, che aveva mostrato la capacità di fare ottima psichedelia di questo gruppo davvero interessante e che ha molo fa offrire alle nostre fughe mentali.
Uno dei maggiori pregi del gruppo è quello di non avere una sola dimensione musicale, giostrando nell’alveo di vari generi, dalla new wave al post punk mantenendo un sostrato psichedelico molto potente.
La loro impostazione musicale si connota avendo l’ottima voce di Francesca Anselmo come colonna portante, per poi andare ampiamente oltre con i voli della chitarra di Piergiorgio Bertoli, il basso di Tommaso Matta e la batteria di Alessandro Isola.
L’ep è come un organo che respira e vive di scambi, di momenti differenti e di sensazioni che mutano, e la maniera migliore per ascoltare il disco è farlo ad occhi chiusi, provando a sognare, quello sforzo mentale che ci farebbe tanto bene e che tendiamo a negare sempre di più in questi tempi confusi e nervosi, mentre musica come questa sarebbe una cura, una scossa per riportarci dove dovremmo essere, almeno con la nostra mente.
Un pezzo bellissimo e che rappresenta molto bene cosa sia questo gruppo è “Era aurea”, l’unico cantato in italiano e di una potenza esplosiva, con i suoi scoppi e il ritornello magico, grintoso ed onirico al contempo, parlando di smarrimento e di voglia di futuro, con un tappeto musicale assai sontuoso e che è fortemente Merak. Il suono del quartetto genovese è cresciuto molto dalla loro nascita nel 2021 e lo fa gradualmente e con passi ben ponderati, avendo dalla loro una sicura padronanza della composizione e di cosa vogliono fare. ““Sopho(s)more” è un disco sognante, ben suonato e ricchissimo di musica e di paesaggi mentali, dove ognuno può creare ciò che lo aggrada maggiormente, accompagnato per mano dai Merak.
Un ottimo secondo ep per un gruppo che porta con sé le stimmate della new wave e quel gusto psych grunge di fare musica corrosiva. Menzione speciale per la meravigliosa copertina.
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