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Recensione : Megadeth The sick, the dying…and the dead !

I Megadeth rappresentano un pezzo di storia molto importante del metal, un ponte ideale fra il metal classico e quello moderno, specialmente per quanto riguarda il thrash metal.

Megadeth The sick, the dying…and the dead !

Ottimo ritorno dei Megadeth di Dave Mustaine, controverso ma sempre capace di fare ottimo metal.

I Megadeth rappresentano un pezzo di storia molto importante del metal, un ponte ideale fra il metal classico e quello moderno, specialmente per quanto riguarda il thrash metal. Fondati nell’ormai lontano 1983 da Dave Mustaine eccezionale chitarrista appena fuoriuscito dai Metallica in seguito agli ormai noti litigi che non è il caso di ricordare qui, i nostri fanno parte dei Big 4 del thrash metal insieme proprio ai Metallica, agli Slayer e agli Anthrax.

Ne hanno passate tante i Megadeth come tante ne ha passate il suo nume tutelare Dave Mustaine, una persona che ha vissuto molte crisi come se avesse vissuto molte vite ed è ancora qui, con il suo gruppo e il nuovo disco “ The sick, the dying…and the dead “ in uscita per Universal Music. Arrivati al loro sedicesimo disco in studio i Megadeth possono produrre ancora qualcosa di buono ? La risposta ascoltando il disco è fortemente positiva, anzi vanno ben oltre tornando ai fasti del passato, con quel gusto di qualcosa in più che il gruppo di Mustaine ha sempre avuto.

Dave è un profondo conoscitore del metal, recentemente è diventato anche conduttore radiofonico su Gimme Metal Radio, e da lì passa dischi che fanno comprendere il suo profondo amore per il rock e il metal.

Nei lavori del gruppo Mustaine ha sempre cercato di mettere qualcosa di originale e nuovo che legasse con il passato, e vi è sempre quasi riuscito, ma pochi dischi del gruppo suonano freschi ed immediati come questo, una vera e propria rinascita rispetto al penultimo “ Dystopia “ disco che andò bene ma che è inferiore a questo ultimo lavoro.

“ The sick, the dying…and the dead “ è un lavoro profondo, prodotto molto bene e che coglie i Megadeth al loro meglio, con quel tiro metal che non disdegna il pop soprattutto nei ritornelli delle canzoni e li rendono adatti anche ad un pubblico non esclusivamente metal, pur rimanendo profondamente metal nella loro essenza.

I Megadeth hanno registrato il disco nella casa di Mustaine nel Tennessee, con la regia di Chris Rakestraw con il quale avevano già lavorato per il precedente disco. Alla seconda chitarra troviamo Kiko Loureiro che si amalgama benissimo con Dave, alla batteria Dirk Verbeuren e al basso Steve DiGiorgio, che sarà rimpiazzato dal vivo dal ritorno di James LoMenzo.

Questa formazione è una della migliori dei Megadeth e questo disco ne è la testimonianza, con i suoi passaggi molto eleganti e che portano l’ascoltatore a non stare mai fermo. Mustaine ha molto chiare le sue idee musicali e le porta avanti capendo molto bene i cambiamenti del metal moderno, non rimanendo mai fermo e andando sempre avanti, infatti non si resiste per un periodo così lungo se non si cambia in meglio.

Chi ama i Megadeth sa che comunque la qualità sarà alta, e qui l’asticella è molto alta, sia per la musica che per i testi. Mustaine parla molto apertamente di droghe e disagio, lui ha sofferto molto per l’abuso di droghe e ne parla in maniera molto istruttiva e diretta, senza edulcorare il tutto per dar capire che è durissima in pezzi come “ Life in hell “ e “ Junkie “, che sono veri e propri cicloni nei quali danno il meglio.

Come al solito gli argomenti spaziano molto, dalla guerra alle dipendenze, al dolore e alla catarsi. Il disco è lungo e le canzoni hanno tutte una lunga durata, e sono costruite molto bene, anche se alla lunga può essere dispersivo, ma si sente che Mustaine e compagni sono in forma e vogliono suonare tanto.

Disco che entra non forse nei migliori lavori del gruppo, perché ci sono monoliti impossibili da scalzare, ma che è di alto livello e fa capire che hanno ancora molto da dare.

 

Megadeth – The sick, the dying…and the dead !

 

 

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