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Recensione : Mechina – Empyrean

E’ sempre una piacevole sorpresa scoprire perle che giacciono sepolte nel sottobosco underground un po’ in tutto il mondo: l’ascolto di Empyrean dei Mechina in questo senso è stato un vero fulmine a ciel sereno.

Mechina – Empyrean

Immaginate di imbattervi in qualcuno che riesca ad amalgamare in maniera perfetta alcuni aspetti del migliore death-black metal sinfonico con le sonorità industriali dei primi Fear Factory, inclusa una voce pulita affine a quella di Burton C.Bell, integrata nell’occasione da female vocals appropriate: questi sono i Mechina, from Batavia, Illinois.
Questo gioiello della durata di cinquanta minuti si abbatte sui nostri padiglioni auricolari con la chirurgica precisione dei suoi riff che, fondendosi con le futuristiche orchestrazioni di stampo cinematografico, formano un quadro francamente inattaccabile, se non forse per la registrazione che sacrifica in parte i toni bassi (ma ricordiamo sempre che qui si parla di un’autoproduzione).
La prestazione vocale di David Holch, come già accennato, è assolutamente impeccabile: ad un growl incisivo si affiancano in maniera naturale le clean vocals “belliane”, mentre la coppia Steve Amarantos e David Gavin si dimostra una metronomica e implacabile base ritmica volta a suportare il riffing e il creativo programming di Joe Tiberi.
Di questo disco è sufficiente ascoltare un solo brano, Anathema, per rendersi conto dello spessore qualitativo dell’intero lavoro: questo è il classico pezzo che il buon Dino Cazares non riesce più a comporre da oltre 15 anni e mai come in questo caso appare superfluo il tentativo di descriverne a parole i contenuti, pertanto l’unica possibilità è quella di farsi avvolgere dalle sue le atmosfere maestose .
Violento, intenso, emozionate, Empyrium non possiede momenti di debolezza e, oltre all’episodio appena citato, Catechism, Elephteria, la title-track ed Infineon sono altri brani che marchiano a fuoco un disco che, paradossalmente, è emblematico dello stato di crisi del mercato discografico: infatti, se una band di questa levatura (autrice anche di altre due magnifiche autoproduzioni su lunga distanza assolutamente da riscoprire, “The Assembly of Tyrants” del 2005 e il più recente Conqueror del 2011) non ha mai trovato il supporto di un’etichetta intenzionata a puntarvi in maniera decisa, significa davvero che in questo mondo succedono ancora troppe cose che sfuggono alla logica di noi comuni mortali …
Supportate questa grande band, non ve ne pentirete !

Tracklist :
1. Aporia
2. Asterion
3. Interregnum
4. Imperialus
5. Anathema
6. Catechism
7. [Cryostasis_simulation__2632_01]
8. Elephtheria
9. Empyrean
10. Infineon
11. Terminus

Line-up :
Joe Tiberi – Guitars, Programming
David Holch – Vocals
Steve Amarantos – Bass
David Gavin – Drums

MECHINA – pagina Facebook

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